Club Sportivo Cienciano: differenze tra le versioni

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|stadio= [[Estadio Garcilaso de la Vega]]
|immaginestadio=
|capienza= 42.500
|immaginestadio=Estadio Garcilazo.jpg
|copa Sudamericana=1
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==Storia==
===Dalle origini al 1992===
Il ''Club Sportivo Cienciano'' venne fondato, secondo la tesi più attendibile (altre la situano tre anni prima), l'[[8 luglio]] [[1901]] per iniziativa di un gruppo di studenti del ''Colegio Nacional de Ciencias'' della città di [[Cusco]], in [[Perù]]. Il nome ''Cienciano'' venne scelto per onorare l'istituto presso cui gli studenti erano iscritti. Ispiratore dei ragazzi fu il professore di ginnastica, l'inglese William H. Nevell, che insegnò loro le regole del [[gioco del calcio]].
 
La neonata squadra adottò il rosso come colore sociale, mentre come ''[[mascotte]]'' e simbolo del club venne scelto un [[asino]], animale tuttora associato alla squadra e ai suoi tifosi chiamati ''burritos'' ("asinelli"). Tale scelta venne fatta in onore di [[San Bernardo]], un [[abate]] francese, a cui era dedicato il collegio. Secondo la tradizione, infatti, San Bernardo era sempre accompagnato da un asino.
 
Sin dalla sua fondazione la squadra disputò, a partire dal [[1902]], tornei locali e regionali. I club con cui dovette scontrarsi furono l'Universitario (squadra dell'[[università|ateneo]] di Cusco, come suggerisce il nome), l'Atletic Club, il Pachacútec e l'Atlético Cusco. Se gli esordi furono combattuti, con il passare del tempo il Cienciano seppe conquistare l'egemonia cittadina e provinciale, relegando i suddetti club in posizione marginale e consentendo solo al Garcilaso de la Vega (altra realtà nata in ambito scolastico) a contrastare i "rossi".
 
Dopo un settantennio di attività cittadina e provinciale, il Cienciano iniziò a distinguersi nella ''Coppa Perù'', competizione creata alla fine degli [[Anni 1960|anni sessanta]] che, partendo dal livello provinciale e distrettuale, seleziona attraverso un'estenuante serie di eliminatorie la seconda squadra che ha il diritto di partecipare al campionato nazionale di prima divisione (le altre accedono direttamente dalla seconda divisione, egemonizzata dai club minori di [[Lima]]). Nel [[1972]] il Cienciano giunse alla finale della Coppa Perù contro il CNI di [[Iquitos]], perdendola. Per una scelta politica, però, la squadra del Cusco venne invitata a disputare la la massima divisione per l'anno [[1973]]. Si era negli anni del regime nazional-progressista del generale [[Juan Velasco Alvarado]], il quale del recupero dell'identità indigena aveva fatto la propria bandiera (è di quegli anni l'elevazione del [[Lingua quechua|quechua]] al rango di lingua nazionale). La presenza della squadra della città che era stata la capitale dell'impero [[Inca]] ebbe una grande risonanza in tutto il Paese, simboleggiando l'apertura indigenista voluta dal regime.
Il Cienciano mantenne la categoria sino al [[1977]]. Iniziò quindi un periodo di anonimato che durò sino al [[1988]], quando il club di Cusco venne invitato dalla [[federazione calcistica del Perù]] a prendere parte al campionato nazionale di prima divisione. L'invito venne esteso ad altre squadre di provincia come l'Alfonso Ugarte di [[Puno]], i Diablos Rojos di [[Juliaca]], l'Aurora di [[Arequipa]], gli Angeles di [[Moquegua]] e soprattutto il Mariano Melgar de [[Arequipa]], con cui nascerà una fortissima rivalità sportiva e di campanile (entrambe le città si contendono il primato di "antipolo" rispetto alla capitale [[Lima]]).
 
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In quell'anno la Copa Sudamericana rappresentava un torneo di tutto rispetto, annoverando calibri quali il [[River Plate]], il [[Corporación Deportiva Club Atlético Nacional|Nacional di Medellin]] ed il [[Santos]]. Il Cienciano era vista dagli osservatori come la vittima sacrificale del torneo.
Tuttavia, sotto l'esperta guida di Freddy Ternero, allenatore "sergente di ferro" che lanciò il motto ''Sì se puede!'' ("Sì, si può!") presto adottato da tutti i peruviani, la squadra di Cusco, priva di stelle ma dal solido collettivo, dopo aver eliminato l'[[Alianza Lima]] in uno scontro fratricida, affrontò e vinse nell'ordine: l'[[Universidad Catolica]] di [[Santiago del Cile]], il [[Corporación Deportiva Club Atlético Nacional|Nacional Medellin]], e in semifinale i brasiliani del [[Santos Futebol Clube|Santos]].
Il Cienciano si qualificava così alle finali, dove avrebbe incontrato il [[River Plate]], una delle "grandi" del calcio sudamericano. La gara di andata, disputata a [[Buenos Aires]] finì con il pirotecnico, e sorprendente, punteggio di 3-3. Tutto restava da decidersi nella gara di ritorno. Sin dall'indomani della gara di andata i dirigenti della [[Federazione calcistica dell'Argentina|federazione argentina]] mossero passi ufficiali verso la [[CONMEBOL]] perché la finale di ritorno non si disputasse a Cusco.
A giudizio degli argentini, infatti, la città imperiale, sorgendo a oltre 3.600 metri di altezza, conferiva al Cienciano un vantaggio di partenza. Erano inoltre mosse critiche all'agibilità dello stadio [[Garcilaso de la Vega]], giudicato troppo piccolo.
La [[CONMEBOL]] accettò le rimostranze argentine e stabilì che la finale di ritorno dovesse essere giocata ad Arequipa, città situata a 2.100 metri di altezza. e dotata di uno stadio da 40.000 posti. La scelta venne accettata con rabbia dal Cienciano, anche perché Arequipa è una città storicamente rivale di Cusco (e infatti molti tifosi del Melgar si recarono allo stadio sostenendo il River). Ciononostante, nel giorno della finale lo stadio di Arequipa era in gran parte riempito di tifosi del Cienciano (che arrivarono ad organizzare un treno speciale, nella suggestiva linea Cusco-Puno-Arequipa, per arrivare in massa in città). La partita, combattuta e nervosa, venne decisa dalla rete di Carlos Lugo, un difensore paraguaiano. Il Cienciano mantenne il vantaggio, e al novantesimo esplose la gioia dei tifosi.
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===Dal 2004 ad oggi===
Il campionato 2004 vide il Cienciano conquistare il primo posto della classifica, posizione che gli valse la qualificazione alla [[Coppa Libertadores]] per l'[[Coppa Libertadores 2004|anno successivo]].
Il 2004 è ricordato, però, per la conquista della [[Recopa Sudamericana]] dopo la finale vinta ai rigori contro il [[Boca Juniors]], vincitore della Coppa Libertadores.
La [[Coppa Libertadores 2005]] fu per il Cienciano una breve avventura. La compagine peruviana fu eliminata nelle gare di qualificazione dai [[Chivas de Guadalajara]], squadra messicana, futura semifinalista del torneo.
La stagione 2005 vide il Cienciano vincere il torneo di Apertura, ma inchinarsi, nella finale del campionato nazionale, allo [[Sporting Cristal]]. L'essere vicecampione schiuse tuttavia all'undici di Cusco le porte della [[Coppa Libertadores 2006]]. Ancora una volta fu un'avventura breve: il Cienciano si classificò ultimo nel proprio girone, vinto dai brasiliani del [[São Paulo Futebol Clube|San Paolo]], futuri finalisti di quella edizione.
Nel 2006 il Cienciano vinse il torneo di Clausura nella finalina contro l'[[Universitario]], ma soccombette ancora una volta nella finale nazionale contro l'[[Alianza Lima]].
L'avventura nella [[Coppa Libertadores 2007|successiva Coppa Libertadores]] si concluse nel girone di qualificazione, a conferma della tradizione che vuole in Cienciano uscire eliminato dal girone che ospita una delle future finaliste. In quel caso fu il Boca Juniors a presenziare nel girone dei peruviani e ad aggiudicarsi poi la coppa.