Persona di Cristo: differenze tra le versioni
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Il [[Concilio di Costantinopoli III|Terzo Concilio di Costantinopoli]] del [[680]] sostenne che in Gesù esistono sia la volontà divina che quella umana, con la volontà divina che ha precedenza e guida quella umana.<ref>''The Westminster Dictionary of Christian Theology'' curato da Alan Richardson & John Bowden, 1983, p. 169. ISBN 0664227481</ref>
Poiché [[Agostino d'Ippona]] morì nel [[430]], non partecipò al [[Concilio di Efeso]] nel [[431]] o a quello di Calcedonia nel [[451]], ma le sue idee ebbero un certo impatto su entrambi i concilii.<ref>Cfr. Mary T. Clark, ''Augustine'', 2005, p. 65. ISBN 0-8264-7659-7</ref> D'altra parte, l'altra principale figura teologica del [[Medioevo]], [[Tommaso d'Aquino]], ebbe molto da dire sulla Persona di Cristo. In particolare a riguardo degli attributi dell'unione delle nature di Cristo (come nel ''[[Communicatio idiomatum]]'') Tommaso concluse che l'unione del divino e dell'umano nella Persona di Cristo viene ottenuta in una maniera per cui ciascuna mantiene i suoi propri
[[Giovanni Calvino]] affermava che non esisteva elemento umano nella Persona di Cristo che potesse essere separato dalla persona del [[Verbo (Cristianesimo)|Verbo]].<ref>Cfr. Stephen Edmondson, ''Calvin's Christology'', 2004, p. 217. ISBN 0-521-54154-9</ref> Calvino sottolineava inoltre l'importanza dell'"Opera di Cristo" per qualsiasi tentativo di capire la Persona di Cristo e ammoniva di non ignorare le opere di Gesù nel corso del suo [[ministero di Gesù|ministero]].<ref>Cfr. I. John Hesselink, ''Calvin's First Catechism'', 1997, p. 217. ISBN 0-664-22725-2</ref>
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