Al-Farazdaq: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
 
Beduino appartenente al clan nobile dei Darim trasferitosi dalla originaria [[Arabia]] orientale ai territori [[iraq]]eni, si rivelò un importante e proziosoprezioso testimone del primo secolo dell'[[egira]].
 
Già noto come poeta all'età di quindici anni, a causa sia delle sue tendenze libertine e antireligiose sia per le sue frecciate aguteargute che punzecchiarono vari califfi del ramo omayyade dei Marwanidi, gli capitarono molte vicissitudini sia in patria sia a [[Medina]].
 
Nel [[669]] fu costretto a scappare da Basra per trovar rifugio presso Medina, dove, accolto favorevolmente dall'emiro Said ibn al-As, rimase dieci anni descrivendo la vita
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L'opera che ha reso immortale la poesia di Al-Farazdaq fu il monumentale ''Diwan'' ("Canzoniere"), costituito da circa ottocento composizioni. L'opera può essere considerata la più vasta della [[letteratura araba]].
 
Per quanto riguarda i contenuti e lo stile, l'autore riadattò la tradizionale canzone beduina, il ''qasida'' alle esigenze mutanti della realtà a lui contemporanea, aggiundendoviaggiungendovi l'elemento epigrammatico, talvolta non privo di sfondi osceni e di sensualità.
 
Una delle caratteristiche più rilevanti dell'autore fu la sua ricchezza linguistica e lessicale.