Papa Adriano V: differenze tra le versioni

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Liberato dal re, continuò il suo impegno, ottenendo infine la pace tra le due parti. Nella parte finale di quest'ambasceria ([[1267]]) fu raggiunto da altri due ecclesiastici: [[papa Gregorio X|Tedaldo Visconti]], il futuro papa Gregorio X, e [[papa Bonifacio VIII|Benedetto Caetani]], che diventerà papa con il nome di Bonifacio VIII. Partecipò successivamente al lunghissimo e celebre [[Elezione papale del 1268-1271|conclave viterbese]] che portò all'elezione di [[papa Gregorio X]], per il quale svolse ancora alcune missioni presso la corte di [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]], nonostante la sua salute fosse peggiorata. Morto Gregorio all'inizio del [[1276]], e deceduto a [[Roma]] dopo soli cinque mesi il suo successore [[Innocenzo V]], nella città capitolina ebbe inizio a fine giugno di quel [[1276]] il [[conclave]] per eleggere il nuovo papa. [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]], che era [[senatore]] di [[Roma]], assunse l'incarico di custode del conclave e, per influenzare i cardinali, li sottopose a varie angherie, segregandoli pesantemente in [[Laterano]] e riducendo loro drasticamente il cibo<ref>In realtà [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]] applicò alla lettera -ma solo per i cardinali italiani- le norme introdotte da [[Gregorio X]] con la costituzione apostolica [[Ubi Periculum]] nel [[1274]]; si veda F. Gregorovius, op. cit..</ref>, ma commettendo al contempo varie parzialità in favore dei cardinali francesi.
 
Il fatto fece indignare i porporati italiani ed il potente cardinale [[papa Niccolò III|Giangaetano Orsini]] riuscì a convincere la maggioranza degli elettori a scegliere un "papa di transizione" che li facesse uscire al più presto da quella situazione:<ref>[[Ferdinand Gregorovius]]: ''Storia della città di Roma nel medioevo'', Einaudi, Torino, 1973, pag.1371. Il Gregorovius descrive bene le vessazioni cui Carlo d'Angiò sottopose i cardinali ed il clima che portò a questa scelta.</ref> fu così eletto (11 luglio [[1276]]) il malandato Ottobono, che prese il nome di [[Adriano V]] in onore di [[Adriano IV]], unico papa inglese nella [[Storia della Chiesa]], e della diaconia di cui era stato insignito 25 anni prima. Alcuni storici riferiscono che, a coloro che si congratulavano con lui per l'elezione, il nuovo papa abbia detto: «Di che vi rallegrate?... non era meglio per voi lo avere un Cardinale sano, che un Papa moribondo?...»<ref>Cesare Pinzi: ''Storia della Città di Viterbo'', Tip. Camera dei Deputati, Roma, 1889, lib. VII, pag.332. Il Pinzi riporta anche il testo latino della frase di Adriano V, ripreso dalle ''Cronache'' del Pipino.</ref><ref>[[Ludovico Antonio Muratori]]: ''Rerum Italicarum Scriptores'', Roma, 1738, T.XI, pag.723.</ref> Come suo primo atto il papa convocò in [[Laterano]], nella stessa stanza dove era il suo letto d'infermo,<ref>C.Pinzi, op. cit., pag.333.</ref> un [[concistoro]] segreto, nel quale, ricordando le vessazioni subite durante il [[conclave]], sospese la [[costituzione apostolica]] ''[[Ubi Periculum]]'', contenente le norme per l'elezione papale, riservandosi di riformarla successivamente (cosa che però non ebbe il tempo di fare).
 
Quindi, non sopportando più la canicola romana, il pontefice malato si recò, con la sua corte, a [[Viterbo]]<ref>Salvador Miranda: ''The Cardinals of the Holy Roman Church'', 2010, [http://www2.fiu.edu/~mirandas/bios1251.htm vedi]</ref> ove prese dimora nel grande convento francescano adiacente la [[Basilica di San Francesco alla Rocca]]. Pochi giorni più tardi morì, senza essere stato ordinato sacerdote né tantomeno incoronato papa, dopo soli 39 giorni di regno (18 agosto [[1276]]). I suoi resti mortali, per volontà della famiglia, riposano nella stessa [[basilica di San Francesco alla Rocca]], in uno splendido monumento sepolcrale, disegnato, con ogni probabilità, da [[Arnolfo di Cambio]] e realizzato da uno dei [[Vassalletto]], nota famiglia romana di scultori<ref>Andrea Scriattoli: ''Viterbo nei suoi monumenti'', F.lli Capaccini, Roma,1915-20, pagg.290 e segg.</ref>.