Manifesto di Verona: differenze tra le versioni

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{{S|fascismo|storia}}
Il '''Manifesto di [[Verona]]''' definiva i punti principali della politica del [[Partito Fascista Repubblicano]] nato dalle ceneri del [[Partito Nazionale Fascista]]. Esso venne emanato il [[14 novembre]] [[1943]] durante il [[Congresso di Verona (1943)|Congresso di Verona]]; può essere definito l'atto costitutivo della [[Repubblica Sociale Italiana]].
 
Nel suo preambolo il manifesto che si ricollega alle [[Leggi razziali fasciste]], "addita nella continuazione della guerra a fianco della Germania e del Giappone fino alla vittoria finale e nella rapida ricostituzione delle Forze Armate destinate a operare accanto ai valorosi soldati dal [[Führer]] le mete che sovrastano a qualunque altra in importanza e urgenza".<ref>Pugliese, ''Italian Fascism and Antifascism'', p. 191.</ref>
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#La Costituente garantiva al [[Cittadinanza (diritto)|cittadino]] il diritto di controllo e critica sulla [[pubblica amministrazione]] e sulla nomina del Capo della [[Repubblica Italiana|Repubblica]]. Nessun cittadino poteva essere arrestato o fermato oltre una settimana senza l'autorizzazione dell'autorità giudiziaria. La [[Magistratura]] era indipendente.
#Si proponeva che ci fosse l'[[elezione]] popolare dei rappresentanti della [[Camera dei Fasci e delle Corporazioni]], la nomina dei ministri era prerogativa del [[Duce]] e nel Partito Fascista Repubblicano furono consigliate le elezioni dei [[Fascio (politica)|Fasci]].
#Il Partito doveva essere puro, custode della "rivoluzione fascista" incominciata il [[28 ottobre]] [[1922]], la tessera del PFR non era richiesta per alcun impiego o incarico.
#La [[religione]] ufficiale era quella [[Chiesa Cattolica|Cattolica]], gli altri culti erano tollerati purché non contrastassero la legge.
#Gli appartenenti alla "razza [[Ebrei|ebraica]]" erano considerati stranieri e durante la [[guerra]] nemici.