Periodo dei Duchi: differenze tra le versioni

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Gli storici sono incerti sulla ragione di questo interregno: alcuni{{citazione necessaria}} ritengono che i duchi abbiano solo agito come tutore collettivo per il figlio di Clefi, Autari, che in effetti salì infine al trono; altri{{citazione necessaria}} parlano invece di "signoria collettiva". In ogni caso, a questo stadio dell'occupazione i duchi erano null'altro che i capi delle diverse stirpi del popolo longobardo, non ancora associati in pianta stabile alle città, e quindi avranno solo agito in autonomia, anche perché avranno dovuto cedere alle pressioni dei guerrieri{{citazione necessaria}}, in teoria sotto la loro autorità, per approfittare delle ancora larghe possibilità di bottino. Questa situazione instabile, protrattasi nel tempo, portò al definitivo crollo dell’assetto politico-amministrativo romano-italico{{citazione necessaria}}, che fino all'invasione era stato pressoché mantenuto, tanto che la stessa aristocrazia romano-italica aveva conservato la responsabilità dell’amministrazione civile (basti pensare a [[Cassiodoro]])
 
I duchi non riuscirono a organizzarsi in modo duraturo. Quando invasero la [[Provenza]] [[merovingi|merovingia]], i [[elenco di re franchi|re franchi]] [[Gontrano]] e [[Childeberto II]] si spinsero fino in [[Lombardia]], presero [[Trento]] e aprirono una trattativa con l'[[Impero bizantino|Imperatore d'Oriente]] [[Tiberio II di BisanzioCostantino|Tiberio II]], titolare anche dell'[[Esarcato d'Italia]]. Alla fine, stanchi delle divisioni interne, temendo una reazione più forte da parte greca dal sud e franca da est{{citazione necessaria}} e necessitando di una guida necessaria a coordinare le diverse forze militari{{citazione necessaria}}, nel [[584]] i duchi elessero re [[Autari]]. Ad Autari fu ceduta la nuova capitale, [[Pavia]] e la metà delle ricchezze ducali, anche se a quest'ultima promessa è dubbio che abbiano tenuto fede. Autari riuscì a consolidare per tutto il suo periodo di reggenza il regno longobardo contro i nemici su tutti i fronti.
 
== Storia ==
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===La controffensiva bizantina: Baduario (575-576)===
Nel frattempo, [[Tiberio II di BisanzioCostantino|Tiberio Costantino]], reggente dell'Impero d'Oriente a nome del folle [[Giustino II di Bisanzio|Giustino II]], aveva comprato una tregua sul fronte persiano, non valida tuttavia per l'Armenia, e questo gli permise di inviare nuove truppe in Italia, comandate dal genero di Giustino II, [[Baduario]]. Baduario dovette arrivare a Ravenna nel 575/576, dove sembra che edificò una Chiesa, con nuove truppe provenienti dall'Oriente, di cui le fonti non riferiscono la forza e la composizione etnica, ma che alcuni studiosi hanno congetturato potesse contenere anche mercenari longobardi. Un passo della ''Storia Ecclesiastica'' di Giovanni di Efeso evidenzia infatti che 60.000 longobardi avevano combattuto nel 575 in Siria al servizio dell'Impero,<ref>Giovanni da Efeso, ''Storia Ecclesiastica'', VI,14.</ref> e non è da escludere che abbiano poi seguito Baduario in Italia.<ref>{{cita libro|Bavant|titolo=Le duché byzantin de Rome. Origine, durée et extension géographique|url=http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/mefr_0223-5110_1979_num_91_1_2486|pagine=p. 46.}}</ref> Inoltre è possibile che a Benevento e a Spoleto fossero insediati, fin dai tempi della fine della [[guerra gotica (535-553)]], gruppi di Longobardi come ''foederati'' dell'Impero, a cui Baduario potrebbe aver richiesto sostegno contro i Longobardi ostili all'Impero. Queste sono però solo delle congetture, sicché l'unica fonte che descrive (in un rigo solo) la spedizione di Baduario è la Cronaca di [[Giovanni di Biclaro]]:{{Quote|Baduario genero del principe Giustino viene vinto in battaglia dai Longobardi e non molto tempo dopo trova qui la fine della sua vita.|lingua=la|[[Giovanni di Biclaro]], ''Cronaca'', anno 576.|Baduarius gener Iustini principis in Italia a Longobardis proelio vincitur et non multo plus post inibi vitae finem accipit.}}
 
===La formazione dei ducati di Spoleto e Benevento e minaccia portata a Roma (576-580)===
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===Fine del periodo dei duchi e conseguenze===
====Longobardi====
Nel 582 salì al trono di Bisanzio [[Maurizio di BisanzioTiberio|Maurizio]], il quale, non potendo inviare rinforzi in Italia in quanto impegnato sul fronte orientale e su quello balcanico, cercò di usare la diplomazia per sconfiggere i [[Longobardi]]: nel 583 un'ambasceria bizantina raggiunse la corte del re franco [[Childeberto II]] dandogli 50.000 solidi d'oro in cambio di un intervento franco nell'Italia settentrionale; il re franco invase poi l'Italia settentrionale nel 584, ma i duchi longobardi ottennero il suo ritiro pagandolo con altro denaro, e furono vane le proteste dell'Imperatore Maurizio, che pretendeva gli fossero restituite i 50.000 solidi d'oro.<ref>Jarnut, p. 35.</ref>
 
Comunque il pericolo corso a causa dell'alleanza tra Bisanzio e i Franchi, fece seriamente considerare ai Duchi la possibilità di porre fine all'anarchia: temendo una reazione più forte da parte bizantina dal sud e franca da ovest e necessitando di una leadership necessaria a coordinare le diverse forze militari, elessero in quello stesso anno un nuovo re, [[Autari]], figlio di Clefi, a cui fu ceduta la nuova capitale, [[Pavia]], e la metà delle ricchezze ducali.<ref>Jarnut, p. 36.</ref> Grazie alla leadership di Autari, i Longobardi riuscirono a respingere gli attacchi dei Franchi, riuscendo a salvaguardare il loro regno. Sembra tra l'altro che durante il regno di Autari le violenze contro i Romanici, che vi erano durante il periodo dei duchi, terminarono, o perlomeno si attenuarono: