Bonifacio di Canossa: differenze tra le versioni

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[[File:Museo diocesano nonantola, bonifacio di canossa e la moglie dispongono il passaggiod ei loro beni all'abbazia di nonantola se moriranno senza eredi, anno 1017.JPG|thumb|left|130px|Museo diocesano di Nonantola, Bonifacio di Canossa e la moglie dispongono il passaggio dei loro beni all'abbazia di Nonantola se moriranno senza eredi. Anno 1017.]]
 
Bonifacio iniziò la sua carriera nel [[1014]], aiutando l'imperatore [[Enrico II delil Sacro Romano ImperoSanto|Enrico II]] nel deporre [[Arduino d'Ivrea|Arduino]], marchese di Ivrea, proclamatosi re d'Italia, un titolo regale che l'Imperatore non aveva riconosciuto.
 
Nel [[1016]], Bonifacio era nuovamente schierato a fianco dell'imperatore, questa volta contro il margravio di [[Torino]], Ulrico Manfredi II. Nel [[1020]]-[[1021]] dovette far fronte alle pretese del fratello Corrado per la successione al potere (suo padre Tedaldo lo aveva nominato unico erede dei possedimenti canossiani) e ne usci vittorioso.
 
Nel [[1027]] Bonifacio sostenne la candidatura di [[Corrado II delil Sacro Romano ImperoSalico|Corrado II]] di Germania per la Corona d'Italia e la corona imperiale contro altri pretendenti: Corrado II entrò Italia, ma a [[Lucca]] trovò le porte chiuse e così depose dalla carica margravio di Toscana, [[Ranieri di Toscana|Ranieri]], consegnando terre e titoli a Bonifacio.
Questi collaborò attivamente alla politica dell'imperatore Corrado II: tenne contatti con gli altri fedeli dell'Impero, come l'arcivescovo Gebeardo di Ravenna e il vescovo Adalfredo di Bologna; insieme ad [[Ariberto da Intimiano]] partecipò con le sue truppe alla campagna repressiva condotta dall'imperatore contro il duca Teobaldo di Champagne, che si era asserragliato nel [[1034]] nella fortezza di [[Morat]] (vicino all'odierna [[Friburgo (Svizzera)|Friburgo]]). Bonifacio condusse in prima linea l'azione, riuscendo con grande astuzia a conquistare la fortezza ed evitando quindi che il vassallo ribelle realizzasse il proprio obiettivo principale: annettere ai propri territori la [[Borgogna]]. L'azione destò notevole impressione e Bonifacio fu ricompensato con grandi doni dall'imperatore.<ref>P. D. Ori, G. Perich, ''Matilde di Canossa'', Milano 1980, pp. 7-12</ref>
 
Nel Natale del [[1037]] Bonifacio intervenne nella repressione del tumulto antimperiale che agitò [[Parma]], che insieme ad altre città padane aveva affiancato [[Ariberto da Intimiano|Ariberto]] nell'opposizione a Corrado II<ref name="Donizone, Vita Mathildis">Donizone, ''Vita Mathildis''.</ref>. Nel [[1043]], per i servizi resi all'Impero, ricevette il [[Ducato di Spoleto|Ducato di Spoleto e Camerino]]. Nel frattempo acquisiva maggiori territori tra Parma e Piacenza, mentre la sua residenza principale era Mantova.
Nel [[1046]] accolse con onore e munificenza al loro arrivo a Piacenza [[Enrico III delil Sacro Romano ImperoNero|Enrico III]], venuto in Italia per essere incoronato imperatore, e la consorte [[Agnese di Poitou]]. Il rapporto tra Bonifacio ed Enrico, però, ben presto si deteriorà, probabilmente perché l'imperatore era timoroso della strapotenza di Bonifacio in Italia, e pare che in diverse successive occasioni abbia cercato di arrestarlo o di eliminarlo<ref name="Donizone, Vita Mathildis"/>. D'altra parte, Bonifacio poteva contare tra i suoi alleati i [[Conti di Tuscolo]], parenti di Papi, e [[Guaimario IV di Salerno]].
{{Stemma
|immagine = Coat of arms of the Canossa family.svg