Baia di Hitokappu: differenze tra le versioni

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La '''Baiabaia di Hitokappu''' (in giapponese 単冠湾, ''Hitokappu Wan''), altrimenti nota anche col nome di '''Tankan Bay''' è una baia sita sulla costa orientale dell'isola di [[Iturup]] (in giapponese ''Etorofu - To'').
 
== Storia==
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==Il raduno della flotta d'attacco nipponica==
 
La scelta di questa remota baia, perennemente avvolta dalla bruma, sferzata dai gelidi venti polari e lambita dalle gelide acque della [[corrente delle Curili]] (o “[[Correntecorrente di Oyashio]]”) non fu casuale<ref>Bauer Eddy: "Storia controversa della seconda guerra mondiale". De Agostani Editore, Novara; 1968</ref>. Si doveva radunare una poderosa flotta d'attacco, ma - al contempo - evitare che i preparativi fossero notati sia dalla gente comune, sia da diplomatici e spie statunitensi<ref>M. Gilbert: "La grande storia della seconda guerra mondiale". Mondadori Editore, Milano; 1990.</ref>. La flotta d'attacco ("Kido Butai") era, infatti, composta da sei portaerei ''[[Akagi]]'', ''[[Kaga]]'', ''[[Soryu]]'', ''[[Hiryu]]'' (che andranno tutte perdute sei mesi dopo nella [[battaglia di Midway]]), ''[[Shōkaku (portaerei)|Shōkaku]]'' e ''[[Zuikaku]]'', che avevano la missione di attacco aereo a Perl Harbour ed alle installazioni militari di [[Oahu]]; le unità di scorta, costituite dall'incrociatore leggero ''[[Abukumae]]'' da sei cacciatorpediniere sotto il comando del Contrammiraglio [[Sentano Omori]]; le unità di supporto, che consistevano nelle navi da battaglia ''[[Hiei (nave da battaglia)|Hiei]]'' e ''[[Kirishima]]'' con gli incrociatori pesanti ''[[Tone (incrociatore 1937)|Tone]]'' e ''[[Chikuma (incrociatore 1938)|Chikuma]]'' sotto il comando del Contrammiraglio [[Gunichi Mikawa]]; e le unità di ricognizione costituite da tre sottomarini guidati dal Capitano [[Kijiro Imaizumi]]; il gruppo di attacco che guiderà l'assalto, nel [[1942]] alle [[Battaglia delle Midway|Midway]] con tre cacciatorpediniere comandate dal Capitano [[Yojin Konishi]]; ed il gruppo di rifornimento e trasporto con otto navi cisterna, al comando del Capitano [[Kyokuto Maru]]<ref>Dalle memorie del pilota Zenji Abe, consultabile all'indirizzo: http://www.eaf51.org/newweb/Documenti/Storia/Jap%20Pilot%20Rem_ITA.pdf</ref>. A parte tutta la segretezza che avvolse i preparativi per giungere in rada, allorché le portaerei vennero fatte salpare ciascuna da un porto diverso del [[Giappone]] ed ognuna dispose esercitazioni aeronavali d'ordinanza lungo il percorso, la baia era pressoché disabitata, ad eccezione di poche baracche di pescatori; non era nota a gran parte dei giapponesi stessi; era priva di stazioni radio; non era servita da strade asfaltate; a novembre inoltrato, i pochi sentieri sterrati che la servivano, od erano completamente ghiacciati, od erano tramutati in un sistema impraticabile di piste dove si affondava nel fango prodotto dalle continue piogge cadute nei mesi precedenti. In pratica era un luogo del tutto isolato e desolato, l'ideale per stabilirci un raduno di portaerei che dovesse passare completamente inosservato<ref>A. Hillgruber: "Storia della II guerra mondiale", Laterza Editore, Bari; 1994</ref>. Infatti, agli equipaggi della flotta che sarebbe stata destinata ad attaccare Pearl Harbour, giunta in rada nel tardo pomeriggio del 22 novembre e ripartita per le [[Hawaii]] alle 06:00 della mattina del 26 novembre (ora di [[Tokyo]]) fu proibito di utilizzare la radio e fu tenuto segreto il motivo del raduno, ma non fu abolita la libera uscita ed il permesso di sbarco, anche perché l’unico motivo di svago sarebbe stato costituito da una bettola che fungeva da improvvisato bar. La popolazione del luogo, per giunta, di etnia non giapponese, parlava la lingua degli [[Ainu (popolazione)|Ainu]], incomprensibile ai marinai ed ai piloti<ref>AA.VV.: "Storia della seconda guerra mondiale" - voll. 1-4, Rizzoli Editore, Milano; 1967</ref>. La baia venne utilizzata una seconda - ed ultima - volta, tra il marzo ed il maggio 1942, per addestrare la forza da sbarco destinata alla [[Campagna delle isole Aleutine]]<ref>E. Collotti: "La seconda guerra mondiale", Loescher Editore, Torino, 1973</ref>.
 
==Note==