Nanotossicologia: differenze tra le versioni

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Non esiste alcuna evidenza sperimentale che il micro e il nano particolato inorganico, insolubile e non biocompatibile, sia in qualunque maniera eliminato dall'organismo tramite feci, urina o, comunque, organi emuntori. I pochi studi condotti mostrano saltuariamente la presenza di piccole quantità di ioni di metalli estranei all'organismo nelle urine, ma mai di particelle che, anche nelle loro dimensioni più piccole, contengono miliardi di atomi. Gli studi condotti sul particolato inalato dimostrano come questo passi la barriera alveolare entro una sessantina di secondi per entrare nel circolo sanguigno<ref name="Nemmar, A. 2002"/>.
Da qui agli organi interni, il tempo di passaggio è di circa un'ora.
I casi patologici studiati dalla dott.ssa [[Antonietta Gatti]] e oggette di diverse pubblicazioni<ref>Per una bibliografia esaustiva si veda http://www.nanodiagnostics.it/Articoli.aspx.</ref> mostrano micro- e nanoparticelle inorganiche sequestrate all'interno di vari organi malati, spesso circondati da tessuto di granulazione<ref>Gatti A.M., Balestri M., Bagni A., "Granulomatosis associated to porcelain wear debris." Am. J. of Dentistry (2002) 15(6) 369-372</ref><ref>Ballestri M., Baraldi A., Gatti A.M., Furci L., Bagni A., Loria P., Rapana' R., Carulli N., Albertazzi A. "Liver and kidney foreign bodies granulomatosis in a patient with malocclusion, bruxism and worn dental prosthesis" Gastroenterology (2001) 121 1234-238</ref>.
Allo stato delle conoscenze oggettive attuali, non è possibile affermare che esistano meccanismi di eliminazione atti a liberare tessuti ed organi dalla presenza di particolato con le caratteristiche descritte.
 
I [[macrofago|macrofagi]] riconoscono queste micropolveri come dei corpi estranei e li attaccano, ma non sono in grado di metabolizzare le sostanze inorganiche, che quindi rimangono nel corpo umano, creando fenomeni di infiammazione cronica (primo passo verso un potenziale tumore).<br>
Non è ancora chiaro se nel meccanismo è coinvolta la [[tossicità]] delle nanoparticelle (e quindi la loro composizione chimica) oppure no.
Ad ora, parrebbe che i fattori di maggiore aggressivita' sia il fatto di essere corpo estraneo e di avere dimensioni tanto piccole da potersi insinuare con facilita' nei tessuti. Alcuni lavori in vivo sull'animale pubblicati dimostrano, comunque, la loro capacità patogena<ref>Hansen, T., Clermont, G., Alves, A., Eloy, R., Brochhausen, C., Boutrand, J.P., [[Antonietta Gatti]], A.M., Kirkpatrick, J. "Biological tollerance of different materials in bulk and nanoparticulate form in a rat model: Sarcoma development by nanoparticles", J.R. Cos. Interface (2006) 3, 767-775 doi:10.1098/rsif.2006.0145.</ref><ref>Gatti A.M., Kirkpatrick J., Gambarelli A., Capitani F., Hansen T., Heloy R., Clermont G., "ESEM evaluation of muscle/nanoparticles interface in a rat model." J. Mater. Sci. Mater Med. Apr. 19(4) 1515-22.</ref> (nanoparticelle metalliche confrontate a dischetti macroscopici dello stesso materiale hanno indotto rabdomiosarcoma nel topo al contrario dei dischetti che hanno mostrato solo una reazione cicatrizzante).
Numerosissime descrizioni di casi clinici umani frutto di osservazione diretta sono riportati nel libro "Nanopathology, the health impact of nanoparticles" di [[Antonietta Gatti]] e S. Montanari (op. cit.).
 
Le particelle più piccole sono state fotografate e pubblicate dalla dott.ssa Gatti all'interno del nucleo delle cellule, dove potrebbero danneggiare e mutare il [[dna|materiale genetico]] della cellula.
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Le evidenze sono le più disparate:
*Biopsie renali in pazienti malati che mostravano granulomi sviluppati intorno a particelle di ceramica provenienti da protesi dentarie.<ref>{{en}} [[Antonietta Gatti]] A., Balestri M., Bagni, A. Granulomatosis associated to procelain wear debris, American Journal of Dentistry 2002, 15(6): 369-372</ref>
*Tessuti di militari contenenti particelle formate da leghe di [[alluminio|Al]], [[nichel|Ni]], [[manganese|Mn]], [[Silicio|Si]], [[bismuto|Bi]], [[titanio|Ti]]. [[ferro|Fe]], [[zinco|Zn]] e [[zirconio|Zr]] (ma non [[uranio]]).<ref>{{en}} [http://www.idust.net/Docs/Nanoparticles01.htm AM. Gatti, Montanari The so-called Balkan Syndrome: a bioengineering approach]</ref>
*In generale nanoparticelle inorganiche sono state individuate in tumori del fegato e altre parti del corpo.
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==Bibliografia==
*{{en}} [[Antonietta Gatti]] e Stefano Montanari, Nanopathology, Singapore: Pan Stanford: 2007.
*{{en}} Yuliang Zhao, Hari Singh Nalwa, ''Nanotoxicology - Interactions of Nanomaterials with Biological Systems'', (2006); ISBN 1-58883-088-8
*{{en}} Hari Singh Nalwa, ''Handbook of Nanostructured Biomaterials and Their Applications in Nanobiotechnology'', American Scientific Publishers; ISBN 1-58883-033-0