Villa Pusterla: differenze tra le versioni

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template Edificio civile
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{{Edificio civile
|nome edificio = Villa Pusterla Arconati Crivelli
|immagine = Limbiate, Villa Pusterla Arconati Crivelli 01.JPG
|didascalia = Facciata verso il Parco
|paese = ITA
|divamm1 =
|città = Limbiate
|cittàlink = <!-- valorizzare tale campo se la città è ambigua -->
|indirizzo = Via Garibaldi, 115, Località Mombello
|stato = <!-- di default è "in uso" -->
|periodo costruzione = XIV secolo - XIX secolo
|inaugurazione =
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|uso = Edificio scolastico
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|altezza antenna/guglia =
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|altezza ultimo piano =
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|architetto = Martino Bassi, Francesco Croce
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|proprietario = Istituto Tecnico Agrario Statale Luigi Castiglioni
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}}
[[Immagine:Pusterla_ingresso.JPG|thumb|right|200px|Il giardino interno della villa, con il portico, visto dal secondo piano.]]
'''Villa Pusterla-Crivelli-Arconati''' è una villa [[XVIII secolo|settecentesca]] situata a [[Limbiate|Mombello]], (frazione di Limbiate in [[Provincia di Monza e della Brianza]]), in cui soggiornarono [[Ferdinando IV di Borbone]], re di Napoli, e [[Napoleone Bonaparte]], che la utilizzò anche come suo quartier generale.
==Storia e struttura==
===Le origini===
La villa si presenta con una forma a ferro di cavallo, con la facciata, ornata da due semi torri, rivolta a levante.
La costruzione risale al [[XIV secolo]] per volere dei [[Pusterla (famiglia)|Pusterla]] che la utilizzavano come dimora suburbana. L'aspetto della villa in quel tempo erano quelle di una fortezza-palazzo dalla forma quadrata: gli edifici, molto semplici, occupavano i quattro lati lungo una corte chiusa e un [[bastione]] la recingeva. Si pensa anche che fosse molto più antica, risalente addirittura al medioevo, come risulterebbe dalle indagini svolte dall’ingegner Quarantini per conto della famiglia [[Crivelli (famiglia)|Crivelli]]: egli riconobbe antichi locali posti nel palazzo (dispense, cucina e cantine sotterranee) che erano preesistenti ai lavori svolti nel ‘500 dalla famiglia Arconati.
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In seguito fu [[Anna Visconti]] a ordinare dei lavori alla villa, in particolare il doppio [[portico]] aperto sulla facciata a ponente del palazzo. Il portico venne chiuso e riaperto più volte; oggi è aperto, anche se non più nell'aspetto con cui si presentava all’epoca.
[[Immagine:Pusterla_ovest.JPG|thumb|left|200px|L'ala sud e il portico di ingresso.]]
===La fabbrica settecentesca===
 
La famiglia Arconati cedette quindi la residenza al Conte Giuseppe Angelo Crivelli nel [[1718]] che la trasformò in un lussuoso palazzo con giardino all’italiana ricco di fontane e giochi d’acqua.
Durante questo periodo la villa fu in parte rifatta in stile [[barocco]] e fu alleggerita delle residue sue forme medioevali. Le venne conferita una pianta a U con le ali unite da un doppio porticato che racchiude un cortile interno. La facciata della villa venne ornata da due torri sotto le quali si stendono delle terrazze degradanti che sostituiscono il precedente scalone che risaliva il declivio della collina. Le terrazze si affacciavano sull’ampio giardino dove l’abate Crivelli impiantò un giardino botanico che al tempo era tra i più grandi d’Europa. La struttura, che è quella che ritroviamo oggi, venne realizzata da [[Francesco Croce]] su incarico di Stefano Gaetano Crivelli nel [[1754]].
Venne anche costruito l’oratorio di S. Francesco (di cui oggi rimane la chiesetta non collegata all’edificio) che era collegato alla villa: una semplice cappella privata in stile barocco con affreschi rappresentanti [[Sansan Francesco D' Assisi]], [[san Carlo Borromeo]] e [[Santosanto Stefano Martire]].
 
Nel [[1797]], [[Napoleone Bonaparte]] per la sua bellezza preferì la villa Crivelli alla [[Villa Reale di Monza|Reggia di Monza]] e vi insediò il suo quartier generale. Qui prese la decisione di creare la [[Repubblica Cisalpina]].
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In questo periodo Mombello ospitò anche [[Giovanni Gros]], autore del primo grande ritratto di Napoleone che si trovava esposto nella Villa.
[[Immagine:Pusterla_affresco.JPG|thumb|right|200px|Uno degli affreschi presenti nella villa.]]
===Le vicende moderne===
 
Nel corso del [[XIX secolo]] la villa è rimasta in stato di abbandono sino a quando il comune di [[Milano]] nel [[1863]] ha acquistato l’edificio per utilizzarlo come manicomio apportando alla struttura della villa numerose e depauperanti modifiche. La villa fu utilizzata come manicomio sino alla [[Legge Basaglia]].
Il manicomio di Mombello è il punto di arrivo di De là del mur, un poemetto di [[Delio Tessa]].
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All’interno l’edificio conserva affreschi e varie decorazioni che tuttora testimoniano l’importanza della villa e la sua passata bellezza.
 
==Bibliografia==
Tutte le notizie sono tratte dal volume di Patrizia Ferrario "Nobili Dimore. Le residenze storiche a Limbiate e Mombello", Edizione 2001 Studio Archivolto e Comune di Limbiate.