Paul Gerhard Vogel: differenze tra le versioni

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Arrestato una terza volta con l'accusa di omosessualità, punita dal ''[[paragrafo 175]]'' del codice penale tedesco, Vogel subì una condanna a sette anni di lavori forzati da scontare presso il campo di lavoro penale di [[Emsland]], nei pressi del confine [[Olanda|olandese]], dove venne impiegato per l'estrazione di materiali dalle locali cave. Relativamente al periodo di Emsland, Vogel racconta:
 
{{quoteCitazione|Per circa sei mesi sono stato "piegato in due"; i miei polsi erano ammanettati alle caviglie. Quando portavano il cibo la mia ciotola era sul pavimento ed i soldati versavano la minestra dall’alto e così schizzava tutta fuori. Io dovevo leccarla per terra per riuscire a mangiare qualcosa. Non potevo uscire dalla [[colonia penale]] e non potevo liberarmi dalle manette; così mi facevo i bisogni addosso ed i miei pantaloni erano sporchi e puzzolenti.<br />Poi mi spedirono nella baracca dell’isolamento, nella cosiddetta "squadra dei miserabili" del [[campo di concentramento]]. Qui il [[kapò]] era il peggiore; le guardie delle [[SS]] erano pigre, ma lui era quello che ci tormentava più di tutti. Anche a lui però piacevano gli uomini, ed aveva un ragazzo giovane che usava da "stallone". A lui nessuno diceva niente, ma quando due prigionieri venivano trovati assieme venivano picchiati ed insultati; "porci, froci schifosi", ci dicevano|[http://centri.univr.it/resistenza/omosessuali.htm testimonianza di Vogel]}}
 
I prigionieri [[gay]] del campo, contraddistinti dal [[triangolo rosa]], subirono le vessazioni anche degli altri prigionieri internati.