Il maestro di Vigevano: differenze tra le versioni

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[[File:Claire Bloom - Il maestro di Vigevano.JPG|thumb|left|300px| [[Claire Bloom]] (Ada) in un fotogramma del film.]]
 
Il maestro Antonio Mombelli insegna in una scuola elementare di Vigevano, diretta dall'autoritario Pereghi. La sua vita si trascina tra le miserie quotidiane, le angherìe del direttore della scuola e le pretese della moglie Ada, una donna frustrata e insoddisfatta dal modesto stile di vita che può concederle il marito. Unico amico di Antonio è il maestro Nanini, eterno supplente. Il successivo suicidio dell'amico e la ribellione della moglie che, con suo disappunto, troverà lavoro in un calzaturificio, sconvolgeranno la sua vita.
 
Antonio è orgoglioso di appartenere al ceto intellettuale: considera un'onta per sè e per la propria famiglia il fatto che la moglie voglia lavorare in fabbrica per arrotondare le entrate e che il figlio, spinto dalla madre, si impieghi saltuariamente come garzone. Il suo stile di vita umile gli andrebbe benissimo, se non fosse per le continue lamentele della moglie che a più riprese gli rinfaccia il successo e la ricchezza di altri concittadini(Vigevano è un importante centro manifatturiero, con più di mille aziende). Ma Antonio non ama l'intraprendenza imprenditoriale: la rapacità e la cinica immoralità di quelli che Ada considera 'arrivati' lo disgustano profondamente.
Nonostante questo, pur di accontentare la bella moglie, Antonio è disposto ad accettare la proposta del commendator Bugatti, un industriale del luogo a cui Ada aveva chiesto un cospicuo prestito, che gli offre di saldare il debito elargendo voti belli quanto immeritati al figlioletto di costui. Solo l'irruzione del direttore Pereghi, che coglie il maestro in flagrante, lo fa desistere dal proposito.
 
Il successivo suicidio dell'amico, bocciato per l'ennesima volta all'esame di abilitazione, e la disperazione della moglie che non ce la fa più a fare la vita dell'operaia, ma non vuole tornare alle ristrettezze di prima, sconvolgeranno la sua vita.
 
Per seguire le ambizioni di Ada, Antonio lascia il suo lavoro, e con la liquidazione apre una piccola fabbrica di scarpe gestita dalla moglie e dal cognato Carlo (interpretato dall'attore [[Ezio Sancrotti]]). Ma Antonio è del tutto negato per questa nuova attività: infatti non ha nemmeno il tempo di godersene i primi frutti, che viene smascherato (con molta facilità) dalle Autorità per il fatto di procurarsi i pellami necessari per la fabbricazione delle scarpe tramite il contrabbando. La sua nuova attività finisce quindi ingloriosamente e va all'aria, e viene totalmente emarginato dai due.