Le mie prigioni: differenze tra le versioni

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In esso Pellico descrive la sua esperienza di detenzione - prima ai [[Piombi]] di [[Venezia]] e poi nel [[Fortezza dello Spielberg|carcere dello Spielberg]] di [[Brno]] - accomunata a quella dell'amico [[Piero Maroncelli]], dopo che la condanna a morte fu commutata in detenzione al carcere duro.
 
L'opera ebbe così tanta fortuna presso i contemporanei dello scrittore che ''Le mie prigioni'' divenne il libro italiano più famoso e letto nell'Europa dell'Ottocento.
 
==Storia==
Silvio Pellico ne iniziò la stesura nel [[1831]], incoraggiato dal suo confessore, e la concluse nel [[1832]].
 
Grazie al ministro [[Giuseppe Barbaroux|Barbaroux]], in carica a quel tempo, il libro riuscì a superare i problemi derivanti dalla [[censura]] e ad essere pubblicato dall'editore torinese Bocca nel mese di novembre del 1832. L'opera godette subito di una grandevasta popolarità anchein altutta di fuori della penisola italianaEuropa, anche se i democratici e i progressisti sabaudi accusarono l'autore del libro di eccessivo perdonismo verso gli Austriaci e di [[clericalismo]] per i continui riferimenti a Dio e alla religione cattolica presenti nel memoriale<ref>Elena Lisa, ''L'orrore dello Spielberg rinato in via Barbaroux'', quotidiano ''la Stampa'' del 25/09/2011</ref>.
 
Nel [[1843]] comparvero, nella traduzione francese, i capitoli aggiunti (redatti sempre nel 1832) che facevano parte di un'opera a carattere autobiografico di più ampio respiro - ma che lo scrittore non portò a termine - riguardanti il periodo immediatamente successivo alla sua liberazione.