Scultura etrusca: differenze tra le versioni

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{{Sculstoria}}
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|[[File:Chimera of Arezzo.jpg|thumb|[[Chimera di Arezzo]]. Bronzo, 400 a.C. circa. Firenze, [[Museo archeologico nazionale di Firenze|Museo archeologico nazionale]] 1.]]
|}
La '''scultura etrusca''' fu una delle più importanti espressioni artistiche degli [[Etruschi]], un popolo che abitò la regione centro-settentrionale dell'[[Italia]] approssimativamente fra il [[IX secolo a.C.|IX]] e il [[I a.C.]] La sua arte fu in gran parte una derivazione dell'[[arte greca]], ma ebbe uno sviluppo con molte caratteristiche peculiari. Data l'assenza quasi totale di documenti testuali etruschi, problema aggravato dall'ignoranza moderna sulla [[Lingua etrusca|loro lingua]], ancora largamente indecifrata, la storiografia sull'arte etrusca si è avvalsa dell'ausilio delle cronache greche e romane. Così come la loro cultura in generale, la [[scultura]] degli Etruschi è stata oggetto di numerose polemiche tra gli studiosi, costretti ad assegnare alle proprie indagini il carattere della provvisorietà; essi sono concordi tuttavia nel considerare la scultura etrusca tra i più importanti e originali documenti della cultura italica prima dell'ascesa dell'[[Impero romano]], alla cui formazione artistica essa ha potuto contribuire significativamente.
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==Panoramica generale==
{{vedi anche|Etruschi|Arte etrusca|Scultura greca}}
[[File:Museo archeologico di Firenze, pisside da Chiusi, terzo quarto del VII sec. a.c. 01.JPG|thumb|[[Situla della Pania]]. Avorio, fine VII secolo a.C. Da Chiusi. Firenze, Museo archeologico di Firenzenazionale.]]
[[File:DSC00432 - Statua cineraria etrusca - da Chiusi - 550-530 aC.jpg|thumb|Statua cineraria. Tufo, terzo quarto del VI secolo a.C. Da Chiusi. Palermo, [[Museo archeologico regionale Antonio Salinas|Museo archeologico regionale Antonino Salinas]].]]
L'origine degli Etruschi, che chiamavano sé stessi ''Rasenna'', è stata oggetto di dibattito fin dall'[[antichità]]. [[Erodoto]] sosteneva che fossero discendenti di popolazioni arrivate dall'[[Anatolia]] prima dell'[[800 a.C.]], facendo trasferire altrove abitanti precedenti, ma [[Dionigi di Alicarnasso]] li riteneva autoctoni. Anche la ricerca moderna non è arrivata a un accordo e gli studiosi hanno finito per considerare questo argomento insolubile, passando a studiare come si organizzò la loro società piuttosto che da dove venivano. Intorno alla metà del [[VII secolo a.C.]] le loro principali città erano già state fondate; iniziarono in seguito un periodo di espansione territoriale che li portò a dominare una grande regione, più o meno al centro della [[penisola italica]], che andava dal [[Veneto]] e dalla [[Lombardia]] fino al [[Lazio]] e alla [[Campania]]. Intanto, nei secoli seguenti le loro conquiste furono minacciate e vari [[Popoli dell'Italia antica|popoli italici]] riuscirono a farli recedere. Infine, i loro ultimi baluardi furono presi dai [[Civiltà romana|Romani]] che assorbirono la loro cultura e causarono la loro dissoluzione. Al loro apogeo gli Etruschi furono il popolo più potente dell'Italia preromana e stabilirono una civiltà prospera, con una grande produzione agricola, una potente flotta, un commercio fiorente che abbracciava buona parte del [[Mediterraneo]] e una cultura originale, in cui l'arte aveva un ruolo di rilievo giungendo ad influenzare la fase iniziale dell'[[Arte romana|arte dell'antica Roma]].<ref name="Hall">{{Cita|Hall 1996|pp. 3-14.|harv=s}}</ref><ref name="Britannica">{{Cita|De Grummond|in Encyclopædia Britannica Online, s.v. ''Ancient Italic people: The Etruscans.''|harv=s}}</ref>
 
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===Grecia ed Etruria===
 
I contatti con la Grecia si intensificarono quando i Greci fondarono le loro prime colonie nel sud della penisola, intorno al [[775 a.C.|775]]-[[750 a.C.]] Adottarono un [[Alfabeto etrusco|alfabeto]] simile a quello dei Greci e parte della loro [[Mitologia greca|mitologia]], importarono manufatti greci, specialmente [[Ceramica greca|ceramiche]], e orientali. Di fatto, l'influenza greca divenne tanto importante che la nomenclatura della storia dell'arte etrusca è un riflesso di quella usata per descrivere i periodi corrispondenti dell'arte greca, nel modo seguente:
 
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===Villanova===
{{Vedi anche|Civiltà villanoviana}}
[[File:Urne étrusque.jpg|thumb|Urna cineraria biconica. Da Montescudaio (Volterra), VII secolo a.C. Cecina, [[Museo Civicocivico Archeologicoarcheologico di Villa Guerrazzi (Cecina)]].]]
[[File:Museo guarnacci, bronzetti antropomorfi etruschi, metà vii sec. ac..JPG|Statuette, bronzo, Villanova/orientalizzante|thumb|150px]]
 
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===Arcaico===
[[File:Etruscan chariot wheel - detail of the front of the chariot.jpg|thumb|Dettaglio del [[Carro etrusco di Monteleone]]. New York, [[Metropolitan Museum of Art]] 03.23.1.]]
[[File:Louvre, sarcofago degli sposi 00.JPG|thumb|[[Sarcofago degli Sposi]]. Terracotta policroma, da Caere. Parigi, [[Museo del Louvre]] Cp 5194.]]
[[File:PyrgiTheban.jpg|thumb|Lastra di rivestimento dal columen posteriore del tempio A di Pyrgi. Terracotta policroma, circa 470-460 a.C. Roma, [[Museo Nazionalenazionale Etruscoetrusco di Villa Giulia]].]]
L'importazione dello stile greco arcaico fu naturale, considerando la continuità nei forti legami commerciali e culturali che univano i due popoli, ma il processo fu favorito dal fatto che nel 548-547 a.C. i [[Impero persiano|Persiani]] conquistarono la [[Ionia]], provocando la fuga di molti greci e asiatici dell'[[Asia Minore]] verso l'Italia. Importanti mutamenti nel campo dell'[[architettura]] e della [[religione]], avvenuti all'inizio del periodo arcaico, furono ugualmente determinanti per l'evoluzione della scultura etrusca. La fusione delle mitologie etrusca e greca favorì l'avvicinamento delle forme di culto. La decorazione scultorea del tempio etrusco nacque in forme particolarmente elaborate comprendendo elementi in terracotta policroma, come [[Fregio|fregi]], [[Acroterio|acroteri]], [[Antefissa|antefisse]] e lastre con scene narrative o con motivi ornamentali diversi.<ref name="Briguet"/>
 
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===Ellenistico===
[[File:Hypogeum cyark 3.jpg|thumb|[[Ipogeo dei Volumni]], al centro l'urna di Arnth Velimna, capostipite della famiglia e fondatore della tomba. Travertino stuccato e dipinto, seconda metà del II secolo a.C. Perugia.]]
In quest'epoca le ultime città etrusche ancora indipendenti entrarono a far parte del territorio romano e si verificò una sorta di fusione tra le due culture. Mutarono le strutture sociali, si enfatizzò il governo militare e si formò una nuova aristocrazia con l'assimilazione dei plebei arricchiti. Nella pratica religiosa i costumi funerari si semplificarono; terminarono le commissioni relative alle fastose tombe gentilizie delle fasi precedenti, forse a seguito del mutamento degli interessi della società stessa, la quale sembrava ormai volgersi maggiormente alla vita presente, mentre cominciavano a predominare visioni pessimistiche rispetto al futuro, manifestantisi nella prevalenza delle rappresentazioni relative al mondo degli Inferi.<ref name="Grummond2"/> In compenso si riprese, attraverso Roma, il contatto con la [[Arte ellenistica|Grecia ellenistica]].
 
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==Materiali e tecniche==
=== Terracotta ===
[[File:Luni pediment group.jpg|thumb|center|750px|<center>''[[Frontone di Talamone]]'', terracotta, secondo quarto del II secolo a.C. [[Orbetello]].</center>]]
 
Molte fra le sculture etrusche giunte sino a noi, siano di grandi dimensioni, come la statuaria architettonica e i sarcofagi, o appartengano a tipologie minori, furono realizzate in [[terracotta]], la cui facilità di trattamento serviva perfettamente ai propositi di scultori e committenti e alla grande domanda di opere funerarie e decorative. Il materiale permetteva la creazione di pezzi in serie attraverso [[Stampo|stampi]], che si ritengono essere stati inizialmente importati dalla Grecia: in questo modo si spiega la differenza qualitativa che si riscontra tra le statue acroteriali e le lastre di rivestimento a stampo che decoravano il complesso palaziale di [[Poggio Civitate]] del 580 a.C. circa.<ref name="Briguet"/>
 
Nella tecnica a stampo si modellava a mano un prototipo di [[argilla]], dal quale si ottenevano vari stampi con i quali si poteva replicare il prototipo molte volte finché lo stampo si deteriorava e diventava inservibile. Si ritirava il pezzo dallo stampo mentre era ancora umido così da potere aggiungere manualmente dettagli o rettificare imperfezioni di fabbricazione, dando a ogni pezzo un carattere unico. Gli esemplari prodotti a stampo potevano a loro volta divenire prototipi per una seconda generazione di stampi e di repliche, e così via. Se da un lato ciò rese possibile la produzione massiccia di esemplari simili a basso costo per soddisfare una domanda crescente, a mano a mano che gli stampi si allontanavano dal primo prototipo la loro qualità diminuiva, il che si rivelò fatale per l'arte etrusca, specialmente nella sua fase finale, quando diminuì la pratica delle rifiniture manuali dopo lo stampo.<ref name="Söderlind"/>
 
[[File:Luni pediment group.jpg|thumb|center|750px|<center>''[[Frontone di Talamone]]'', terracotta, [[Orbetello]].</center>]]
 
=== Bronzo ===
[[File:Arringatore 04.JPG|thumb|Arringatore. Statua bronzea, 100 a.C. circa. Provenienza incerta. Firenze. Museo archeologico nazionale 2.]]
 
Il bronzo, di facile reperimento per gli Etruschi, fu un materiale privilegiato per la fabbricazione di statuette e di una grande varietà di altri oggetti, prodotti per uso domestico o decorativo. Con il bronzo gli Etruschi raggiunsero un elevato grado di perizia tecnica e di sofisticazione formale all'interno di diversi laboratori regionali. Gli artigiani etruschi fecero uso di tutte le tecniche di lavorazione del bronzo, come la [[cera persa]], il martellato, l'incisione o il laminato; erano inoltre capaci di aggregare al bronzo altri metalli come oro, rame e argento in intarsio, e la loro produzione godeva di una diffusione commerciale che andava dal nord dell'Europa all'entroterra greco.<ref>{{Cita|Brown 1980|pp. 58-66.|harv=s}}</ref>
 
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Nel [[XIX secolo]] [[Hegel]], ancorché scrivesse curandosi più degli aspetti idealistici dell'arte antica, non trascurò di apprezzare lo stile etrusco, trovando in esso un interessante equilibrio tra idealismo e naturalismo e considerandolo un ottimo esempio dello spirito pratico dei Romani,<ref>{{Cita|Hegel 1835|''Vorlesungen über die Äesthetik''.|harv=s}}</ref> mentre gli esemplari della scultura etrusca visti dal [[Romanticismo|romantico]] [[John Ruskin|Ruskin]] a Firenze furono per lui una rivelazione, aiutandolo a comprendere la [[storia dell'arte]] occidentale.<ref>{{Cita|Ruskin 1904|''Letters to Charles Norton'', CXLVII-CLII.|harv=s}}</ref> Più importanti per la crescita degli studi sull'arte etrusca furono i lavori di [[Christian Gottlob Heyne]], condotti principalmente sulle fonti letterarie ed è a partire da questi e da quelli di Winckelmann che si mossero gli studi del [[Luigi Lanzi|Lanzi]].<ref>{{Cita|Cristofani 1978|pp. 9-14.|harv=s}}</ref>
[[File:Hypogeum cyark 3.jpg|thumb|300px|[[Ipogeo dei Volumni]], Perugia. Ellenistica]]
 
===XIX secolo===