Kundalini: differenze tra le versioni

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Questo percorso è vissuto dall'adepto come "attivazione", "apertura" dei chakra interessati, che ordinariamente si trovano "inattivi", come "chiusi". Il simbolismo dei fiori di loto illustra bene questo meccanismo: i petali si dischiudono al passaggio di Kundalini e successivamente si richiudono, col risultato però di aver cambiato di stato.<ref>Feuerstein 1998, pp. 181-182.</ref> Kundalini stessa subisce cambiamenti di stato: in alcuni testi si preferisce distinguere tre aspetti: ''śaktikuṇḍalinī'' ("energia arrotolata"), per indicare Kundalini che risiede inerte nel primo chakra, il ''mūlādhāracakra''; ''prāṇakuṇḍalinī'' ("energia dei soffi vitali"), per designare Kundalini che circola nel corpo sottile; ''parakuṇḍalinī'' ("energia assoluta"), Kundalini pronta per fondersi con Śiva nell'ultimo chakra (il ''dvādaśānta'' o il ''sahasrāracakra'', a seconda dei testi).<ref>Silburn 1977, pp. 47-52 e p. 27.</ref>
 
La manipolazioneprassi diper Kundaliniil non"risveglio" èe possibilela se"risalita" primadi nonKundalini sisegue èstrade provvedutodifferenti a purificareseconda ildella sistematradizione deie canaliquindi energeticidei deltesti corpoadottati. sottile,L'indologa lefrancese ''[[nāḍīLilian Silburn]]''. Ache talesi scopoè l'adeptooccupata deveteoricamente preliminarmentee dedicarsiattivamente adi operazioniquesto finalizzateargomento adistingue talefra scopo,i lemetodi ''nāḍīśodhana''.che Questederivano prevedonodalle posizionitradizioni specifichedel (''[[āsanaKula]]'') accompagnate da tecniche di respirazione controllata e recitazioniquelli dimolto [[mantra]].più Troviamotardi descritteche questefanno operazionicapo ina testi quali la ''[[Haṭhayoga Pradīpikā]]'', la ''[[Gheraṇḍa Saṃhitā]]'' e la ''[[Śiva Saṃhitā]]'' (scritti all'incirca dopo il XV secolo). VaQuesti evidenziatoultimi cheprevedono iun risultatiimpegno noncontinuo sonobasato affattomolto subitosul evidenti:lavoro ilsul praticantecorpo vifisico sie dovràsottile: dedicarestiamo quotidianamenteparlando perdello diversi[[Hatha mesiYoga]]. StanteI allatesti ''Śivatantrici Saṃhitā'',precedenti alfanno termineinvece ilriferimento corpoa fisicometodi siche presenteràsono piùassimilabili armoniosoalla [[mistica]], profumatometodi che coinvolgono la [[spiritualità]] intrinseca in elementi quali la parola, dotatoil dipensiero, unala voceconsapevolezza, benla risonantemeditazione.<ref>FeuersteinSilburn 19981977, p. 166 e segg69.</ref>
 
===Hatha Yoga===
La manipolazione di Kundalini non è possibile se prima non si è provveduto a purificare il sistema dei canali energetici del corpo sottile, le ''[[nāḍī]]''. A tale scopo l'adepto deve preliminarmente dedicarsi a operazioni finalizzate a tale scopo, le ''nāḍīśodhana''. Queste prevedono posizioni specifiche (''[[āsana]]'') accompagnate da tecniche di respirazione controllata e recitazioni di [[mantra]]. Va evidenziato che i risultati non sono affatto subito evidenti: il praticante vi si dovrà dedicare quotidianamente per diversi mesi. Stante alla ''Śiva Saṃhitā'', al termine il corpo fisico si presenterà più armonioso, profumato, dotato di una voce ben risonante.<ref>Feuerstein 1998, p. 166 e segg.</ref>
 
Sono tre le ''nāḍī'' principali: ''suṣumṇā'', ''iḍā'' e ''piṅgalā'': queste ultime sono come avvolte attorno alla prima, che invece è dritta, ergendosi dalla zona del perineo fino al cranio.<ref>Va sempre rammentato che queste sono descrizioni di componenti anatomici del corpo sottile, non grossolano, un corpo che il praticante crea visualizandolo all'interno del corpo grossolano.</ref> La ''suṣumṇā'' è la via maestra di risalita di Kundalini: le tecniche di purificazione hanno anche e soprattutto lo scopo di evitare che Kundalini risalga seguendo ''iḍā'' e ''piṅgalā''. Infatti è anche possibile che Kundalini si risvegli e risalga in modo anomalo, come nel caso precedente, o anche spontaneamente: queste occasioni non conducono alla liberazione, anzi possono causare problemi.<ref>Feuerstein 1998, p. 166 e p. 169.</ref> Così un maestro del XIV sec.: