Carta del Lavoro: differenze tra le versioni
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La '''Carta del Lavoro''' è uno dei documenti fondamentali del [[
== La Carta del Carnaro ==
{{Vedi anche|Carta del Carnaro}}
La Carta del Carnaro ha una matrice che discende dall'[[interventismo]] di sinistra dei [[Fasci d'
Soltanto il [[sindacalismo fascista]] negli [[anni 1920|anni venti]] si distaccò in parte dalla cultura ufficiale del
[[Giuseppe Bottai]] rievocando la Carta del Carnaro nel [[1938]] scrisse:
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== L'approvazione della Carta del Lavoro ==
Il documento fu preparato e discusso una prima volta il 6 gennaio [[1927]], ma subisce una certa difficoltà a vedere la luce, per il dibattito il seno alle confederazioni dei lavoratori e dei datori di lavoro.<br />
Sebbene esse ritenessero di dover superare la lotta di classe in favore della collaborazione, le posizioni rimangono distanti ed il [[Gran
Il testo redatto da [[Carlo Costamagna]], riveduto e corretto da [[Alfredo Rocco]], fu poi approvato dal [[Gran
Nonostante non avesse valore di legge o di decreto, non essendo allora il Gran
Porta le firme del capo del governo, dei ministri, dei sottosegretari, dei dirigenti del partito, dei presidenti delle [[Corporativismo#Le_corporazioni_durante_il_regime_fascista|confederazioni professionali dei datori di lavoro e dei lavoratori]] e si compone di trenta [[assiomi]], o enunciazioni, numerati con cifre romane. Dichiara che ''il lavoro è un dovere sociale'' e che il suo fine è assicurare, assai più che la giustizia, la ''potenza della Nazione'', determinando il termine della [[lotta di classe]].
{{quote|Nessun documento ufficiale ha mai affermato così chiaramente questa natura etica dello Stato in generale ed in specie rispetto all'attività economica, come la Carta del Lavoro nelle sue premesse fondamentali e in tutto lo spirito che la governa. La Nazione è una unità morale, politica ed economica” [...]. Noi crediamo di poter liberamente commentare aggiungendo: Unità politica ed economica, in quanto unità morale” (...). Così si integra e si illumina il concetto dello Stato...; così pure si integra e si illumina la figura del cittadino... che non è più una entità statica e uniforme..., ma agisce.. e nel lavoro trova la sua concreta funzione e il suo posto nella vita, l'uomo è cittadino: al cospetto di quello stesso valore morale in cui consiste la sua unità|Giovanni Gentile, rivista mensile di cultura politica “Educazione
Essa acquisì valore giuridico nel [[1941]], quando fu inserita tra i principi generali dell'ordinamento giuridico, con valore non precettivo ma interpretativo delle leggi vigenti.
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Ispirate dalla Carta del Carnaro e dalle esperienze pre-regime del sansepolcrismo e del sindacalismo rivoluzionario, le tematiche della Carta del Lavoro portano riferimento alla grandezza della Nazione, all'elevazione del lavoro in tutte le sue manifestazioni e del sindacato a istituzione pubblica, collaborazione tra le forze produttrici della Nazione, pari dignità tra lavoratore e datore di lavoro, intervento dello Stato nei rapporti di lavoro e nelle attività economiche, miglioramento delle condizioni fisiche, economiche, culturali e spirituali dei lavoratori attraverso una legislazione sociale moderna.
La Carta del Lavoro pone quindi le basi per le riforme sociali realizzate dal
== Commenti ==
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