Isoritmia: differenze tra le versioni

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tecnica di composizione tipica dei [[mottetto|mottetti]] dei secoli [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo|XV]].
 
In un '''''mottetto isoritmico''''', la voce di ''tenor'' ripete più volte la medesima sequenza di valori ritmici: ogni ripetizione è detta ''[[Talea (musica)|''talea'']]''. L'isoritmia differisce dalla mera applicazione ripetitiva di uno stesso [[Notazione modale|modo ritmico]] sia per la lunghezza e complessità della ''talea'', sia per la coesistenza indipendente di moduli melodici (detti ''colores''). Negli esempi più semplici, a ogni ripetizione della ''talea'' corrisponde esattamente un (diverso) ''color'', oppure la lunghezza delle ''taleae'' è un sottomultiplo intero di quella del ''color'' (per cui l'inizio di ogni ''color'' coincide esattamente con l'inizio di una ''talea''); ma si danno casi in cui ''taleae'' e ''colores'', nella stessa voce, hanno lunghezze indipendenti e quindi si sovrappongono in modo non banale. Esistono mottetti (per lo più politestuali) in cui tutte le voci sono isoritmiche ('''''mottetti panisoritmici'''''), indipendentemente l'una dall'altra e con ''taleae'' e ''colores'' di lunghezze diverse, il che determina una struttura di grande complessità.
 
La struttura formale delle composizioni isoritmiche è in genere ulteriormente arricchita dall'uso di [[Proporzione (musica)|proporzioni]], cioè ''aumentazioni'' o ''diminuzioni'' dei valori ritmici delle ''taleae''(secondo rapporti fissi, tipicamente 2:1, 3:1, 3:2 o i rispettivi inversi) dopo un certo numero di ripetizioni.