Rudolf Clausius: differenze tra le versioni

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affermare un principio in accordo alle osservazioni non è, in senso stretto, una "dimostrazione"
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Clausius fu uno dei fondatori della [[termodinamica]].<ref>{{Cita libro | autore=Atkins, P.W. | titolo=The Second Law | città=New York | editore=Scientific American Library | anno=1984 | id=ISBN 0-7167-5004-X}}</ref> Con la riformulazione del principio di [[Nicolas Léonard Sadi Carnot|Carnot]] (allora formulata nell'ambito del [[ciclo di Carnot]]) -contemporaneamente a [[Lord Kelvin]]- mise la teoria del calore su basi assai più solide. Nella sua opera più importante ([[1850]]), sulla teoria meccanica del calore, gettò le basi per la formulazione del [[secondo principio della termodinamica]] dimostrandopostulando l'impossibilità del passaggio spontaneo del calore da un corpo freddo a un corpo caldo. Nel [[1865]] indotto a porre una distinzione tra le trasformazioni reversibili e quelle irreversibili, introdusse il principio di [[Entropia (termodinamica)|entropia]]. Per definirlo si basò sulle interazioni tra le molecole di un gas descritto da un modello puramente probabilistico delle collisioni. Asserendo che il [[calore]] tendeva a indebolire il legame tra le particelle e ad accrescere le distanze medie, introducendo questa nuova grandezza veniva espresso il grado di dispersione delle molecole e quindi l'effetto del calore come tendenza ad aumentare il disordine.
Successivamente utilizzando i rapporti tra energia e entropia fu in grado di affermare che l'entropia dell'[[universo]] aumenta sempre e tende ad un massimo, raggiunto il quale si ritroverà l'universo in uno ''«stato di morte immodificabile»'', questa condizione è detta [[morte]] termica dell'universo.