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[[File:Venezia Giulia province.png|thumb|left|180px|Province della Venezia Giulia nel 1924, dopo l'annessione di Fiume (elencate dall'alto verso il basso): '''<span style="color:blue;">Gorizia</span>, <span style="color:#339966;">Trieste</span>, <span style="color:orange;">Pola</span>, <span style="color:red;">Fiume</span>'''. ]]
La situazione degli slavi si deteriorò con l'avvento al potere del [[fascismo]], nel [[1922]]. Fu gradualmente introdotta in tutta Italia una politica di [[assimilazione forzata|assimilazione]] delle minoranze etniche e nazionali:
* Gran parte degli impieghi pubblici furono assegnati agli appartenenti al gruppo etnico italiano, che nell'ultimo periodo di dominazione asburgica ne erano stati completamente estromessi a vantaggio degli Slavi e dei Tedeschi.
* Nelle scuole fu vietato l'insegnamento del croato e dello sloveno in tutte le scuole della regione. Con l'introduzione della Legge n. 2185 del 1/10/1923 ([[Riforma Gentile|Riforma scolastica Gentile]]), fu infatti abolito nelle scuole l'insegnamento delle lingue croata e slovena. Nell'arco di cinque anni tutti gli insegnanti croati delle oltre 160 scuole con lingua d'insegnamento croata e tutti gli insegnanti sloveni delle oltre 320 scuole con lingua d'insegnamento slovena, furono sostituiti con insegnanti originari dell'Italiaitaliani, che imposero agli alunni l'uso esclusivo della lingua italiana<ref>Pavel Strajn, La comunità sommersa – Gli Sloveni in Italia dalla A alla Ž, - Editoriale Stampa Triestina, Trieste 1992</ref><ref>Boris Gombač, Atlante storico dell'Adriatico orientale (op.cit.)</ref>
* Nell'intento di cancellare ogni traccia di presenza slava, con R. Decreto N. 800 del 29 marzo 1923 furono imposti d'ufficio nomi italiani a tutte le centinaia di località dei territori assegnati all'Italia col Trattato di Rapallo, anche laddove precedentemente prive di denominazione in lingua italiana, in quanto abitate quasi esclusivamente da croati o sloveni: così Boljun divenne Bogliuno [...] Dolina - San Dorligo della Valle, Dekani – Villa Decani [...] Jelšane – Elsane [...] Moščenice – Moschenizza [...] Tinjan – Antignana [...] Veprinac – Apriano, ...<ref>Paolo Parovel, L'identità cancellata, Eugenio Parovel Editore, Trieste 1986</ref>
* In base al Regio Decreto Legge N. 494 del 7 aprile 1926 le autorità fasciste riuscirono a italianizzare i cognomi a decine di migliaia di croati e sloveni: Adamich in Adami [...] Dimnik in Dominici [...] Klun in Coloni [...] Polh in Poli ...<ref>Paolo Parovel, L'identità cancellata, Eugenio Parovel Editore, Trieste 1985</ref>. Una legge del 1928 i parroci e gli uffici anagrafici ricevettero il divieto di iscrivere nomi ''stranieri'' nei registri delle nascite.<ref>Alojz Zidar, Il popolo sloveno ricorda e accusa (op.cit.)</ref>