Essere e tempo: differenze tra le versioni

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=== La situazione emotiva dell'angoscia ===
''"In che modo l'angoscia rappresenta una situazione emotiva caratteristica?"''. <br />
Il livello medio della nostra esistenza è quello dell'inautenticità, rappresentato anche come una "fuga davanti a sé stesso". Questa fuga non è paura di qualcosa, perché anzi noi ci rifugiamo nelle cose per evitare noi stessi. '''Questa fuga davanti a se stessi è possibile solo per il fatto che noi - già sempre - siamo in cospetto di noi stessi (ci siamo già compresi'''). Di conseguenza, questo nuovo punto di partenza della ricerca - la deiezione, l'inautenticità, la fuga da se stessi - non è qualcosa che ci nasconde il fenomeno che stiamo cercando (l'Essere nella sua essenza), anzi: lo presuppone totalmente.
 
Se l'angoscia non è paura, cos'è ciò che angoscia? Qual è il "davanti a che" dell'angoscia? «''Il "davanti a che" dell'angoscia non è mai un ente intramondano. (...) Perciò l'angoscia non ha occhi per "vedere" un determinato "qui" o "là" da cui si avvicina ciò che è minaccioso. Ciò che caratterizza il "davanti a che" dell'angoscia è il fatto che il minaccioso non è in nessun luogo. L'angoscia non sa che cosa sia ciò davanti a cui essa è angoscia. "In nessun luogo" non equivale però a "nulla", poiché proprio in esso si radica, per l'in essere spaziale, la prossimità in generale e l'apertura del mondo in generale. Il minaccioso non può perciò avvicinarsi nella prossimità secondo una determinata direzione; esso "ci" è già ma non è in nessun luogo; esso è così vicino che ci opprime e ci mozza il fiato, ma non è in nessun luogo. Nel "davanti a che" dell'angoscia si rivela il "nulla e in nessun luogo".