Armata d'Italia: differenze tra le versioni
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L'Armata d'Italia, sempre al comando del giovane ma capace viceré Eugenio, tornò a svolgere un ruolo bellico di rilievo durante la [[Quinta coalizione|guerra della quinta coalizione]]; nel marzo [[1809]], organizzata in due corpi d'armata, era costituita da nove divisioni, sei francesi e tre italiane, con oltre 70.000 soldati e 132 cannoni<ref>G.Rothenberg, ''Wagram'', p. 83.</ref>. Inizialmente il viceré Eugenio fu colto di sorpresa; le truppe dell'Armata d'Italia non erano ancora concentrate e l'esercito austriaco dell'[[Giovanni d'Asburgo-Lorena|arciduca Giovanni]] prese l'offensiva attraverso la conca di [[Caporetto]] e la valle del fiume [[Natisone]]. I francesi e gli italiani furono sconfitti nella [[battaglia di Sacile]] e dovettero abbandonare il [[Veneto]] e presero posizione dietro il [[Sarca/Mincio|Mincio]], ma la situazione prestò cambiò grazie alle [[Battaglia di Eckmühl|vittorie di Napoleone in Baviera]]; l'esercito austriaco ricevette ordine di ripiegare e, diviso in due masse, si ritirò attraverso il Semmering e su [[Maribor|Marburgo]] e [[Graz]], inseguito dall'Armata d'Italia che avanzò organizzata in due gruppi separati al comando del viceré e del generale [[Étienne Jacques Joseph Alexandre Macdonald|Étienne Macdonald]]<ref>G.Lefebvre, ''Napoleone'', p. 343.</ref>.
Il 13 giugno l'arciduca Giovanni raggiunse [[Raab]] dove il giorno dopo fu attaccato dall'Armata d'Italia guidata dal viceré Eugenio; la [[battaglia
=== La catastrofe in Russia ===
{{vedi anche|Campagna di Russia}}
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