Regola di contrasto dei colori: differenze tra le versioni

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In [[araldica]], la suddivisione dei colori in tre gruppi non è solo formale, ma è giustificata dalla preoccupazione « tecnica » di leggibilità, espressa dalla regola detta «'''di contrasto dei colori'''», che si esprime come:
: «mai [[metallo (araldica)|metallo]] su metallo, né [[smaltoColore (araldica)|smaltocolore]] su smaltocolore».
 
Questa regola dovrebbe, più correttamente, essere definita come ''Regola di contrasto degli smalti'', ma è consuetudine mantenere la forma originaria di diretta derivazione francese, lingua in cui il termine ''couleur'' è equivalente all'italiano ''smalto''.
Se si considera la caratteristica dei [[metallo (araldica)|metalli]] di avere colori chiari, pallidi e quella degli [[Smalto (araldica)|smalti]] di avere colori decisi, profondi e intensi, la legge potrebbe essere formulata così:
 
Se si considera la caratteristica dei [[metallo (araldica)|metalli]] di avere coloriaspetto chiarichiaro, pallidipallido e quella deglidei [[SmaltoColore (araldica)|smalticolori]] di avere coloriaspetto decisideciso, profondiprofondo e intensiintenso, la legge potrebbe essere formulata così:
: «mai colore tenue su tenue, né colore intenso su intenso», il che definisce con tutta evidenza l'obbligo di contrasto che permetta una buona visibilità.
:Nota 1. Le [[Pelliccia (araldica)|pellicce]], composte da uno smalto e da un metallo sfuggono naturalmente a tale regola. Infatti esse possono essere poste indifferentemente sopra o sotto un metallo, uno smalto o anche un'altra pelliccia.