I giorni del commissario Ambrosio: differenze tra le versioni

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Corretto "Vittorio Borghi" in "Francesco Borghi"
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Inizia una mattina, andando al lavoro: facendo colazione in un bar, intuisce dalle lamentele del barista alle prese coi topi il piano di una banda di scassinatori, che si sta aprendo la strada ai sotterranei di una [[banca]], e provvede a farli arrestare.
 
Più tardi, nella stessa giornata, decide di incaricarsi delle indagini apparentemente facili su un incidente stradale avvenuto in un parco. Sono presenti due testimoni: una vecchina col suo cane e un [[musicista]] (Renzo Bandelli). La vecchina afferma di essere arrivata sul posto dopo l'incidente e di aver incontrato il musicista che cercava di soccorrere la vittima (VittorioFrancesco Borghi). Il musicista conferma sostanzialmente questa dichiarazione, affermando che stava tornando a casa dopo essere passato a incontrare un amico alla [[stazione ferroviaria]]. Ambrosio nota quanto possa essere strano che un testimone si affretti a fornire un [[Alibi (diritto)|alibi]]. Al proseguimento delle indagini si scopre che il morto è uno [[spacciatore]] di [[Stupefacente|droga]], drogato lui stesso e sfruttatore di [[prostituzione|prostitute]], sul punto di lasciare l'[[Italia]].
 
Un'indagine sul suo passato permette di scoprire alcuni collegamenti con la famiglia del testimone. Quest'ultimo, nel frattempo, ritratta la dichiarazione precedente e finisce per accusarsi dell'omicidio, adducendo il pretesto della [[legittima difesa]]. Ambrosio, non convinto, continua a indagare e scopre che la figlia del Bandelli, Sandra, è stata traviata da Vittorio Borghi, che l'aveva convinta a drogarsi e prostituirsi nello stesso periodo in cui lo stesso Borghi era pure amante della moglie del Bandelli.