Panfilo Gentile: differenze tra le versioni

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Con lo scoppio della [[prima guerra mondiale]], aderì alle tesi neutraliste, esprimendosi contro la partecipazione italiana al conflitto<ref name="Diz_Bio"/>.
Nel primo dopoguerra si trasferì a Roma e divenne [[critico letterario]] per il quotidiano cittadino ''Il Paese'' di [[Francesco Ciccotti Scozzese|Francesco Ciccotti]]<ref name="Diz_Bio"/>, giornale in polemica con il ''[[Popolo d'Italia]]'' di [[Benito Mussolini|Mussolini]]<ref>Cfr. L. Agnello, in «[http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-ciccotti_(Dizionario-Biografico)/ CICCOTTI, Francesco]», ''Dizionario Biografico degli Italiani'', Volume 25, 1981.</ref>.</br /> In quegli anni, accantonati gli argomenti giuridici che erano stati oggetto delle sue prime pubblicazioni, iniziò ad interessarsi alla storia delle religioni e poi alle origini del [[cristianesimo]]. Nel 1923 pubblicò, per l'[[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|editore Laterza]], il ''Sommario d'una filosofia della religione''<ref name="Diz_Bio"/>.
 
Ostile al [[regime fascista]]<ref name="Diz_Bio"/>, nel 1925 aderì al ''[[Manifesto degli intellettuali antifascisti]]'', redatto da [[Benedetto Croce]]<ref name="Diz_Bio"/>. Dopo aver abbandonato la carriera universitaria, esercitò l'avvocatura difendendo, tra gli altri, alcuni imputati presso il [[Tribunale speciale per la sicurezza dello Stato|Tribunale speciale fascista]]<ref name="Diz_Bio"/>.
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Tentò, con scarsa fortuna, anche la via della politica convergendo nel [[Movimento Liberale Indipendente]], costola sinistra del [[Partito Liberale Italiano (1943-1994)|PLI]]. L'avventura durò circa tre anni, quando i due schieramenti si ricomposero sotto le insegne originarie del [[Partito liberale italiano]], di cui fu segretario insieme a Mario Ferrara e a [[Manlio Lupinacci]], chiamati scherzosamente "la Trimurti". [[Indro Montanelli|Montanelli]] li prendeva amabilmente in giro dicendo che, nella sede di via del Pozzetto, a Roma, accettavano l'iscrizione al partito di chiunque sapesse giocare a [[tressette]], stanchi com'erano di giocare sempre "col morto".
 
Fin dalle origini, collaborò con il quotidiano ''[[Risorgimento Liberale]]'' sorto nell'agosto del 1943, subito dopo la caduta del regime fascista in seguito all'approvazione dell'[[ordine del giorno Grandi]]. La collaborazione con il quotidiano proseguì sino al novembre del 1947, quando nel congresso del Partito liberale prevalse, con l'opposizione della corrente di sinistra, alla quale faceva riferimento Gentile, la linea favorevole all'alleanza con il ''Fronte dell'Uomo Qualunque'' di [[Guglielmo Giannini|Giannini]]<ref name="Diz_Bio"/>. Gentile, insieme con [[Mario Pannunzio|Pannunzio]], [[Nicolò Carandini|Carandini]] ed altri, lasciò il partito e il quotidiano.</br />
Dal 1949 al 1951 fece parte della redazione del settimanale [[Il Mondo (rivista)|Il Mondo]], diretto da [[Mario Pannunzio]], pubblicando articoli di carattere culturale e politico, firmati, questi ultimi, con lo pseudonimo di Averroè<ref name="Diz_Bio"/>. Nel 1952, per alcuni mesi<ref>Dal 1 aprile al 31 ottobre 1952.</ref>, assunse la direzione del quotidiano fiorentino ''[[La Nazione]]'', succedendo a Sandro Volta. Successivamente, fino al 1966, collaborò, su invito di [[Mario Missiroli]], con il ''Corriere della Sera''<ref name="Diz_Bio"/>.
Sulle pagine del quotidiano milanese, ebbe modo di esprimersi contro la cosiddetta ''apertura a sinistra'', ovvero il tentativo di includere il [[Partito Socialista Italiano|Partito Socialista]] nella maggioranza di governo, allontanandolo dall'alleanza con i [[Partito Comunista Italiano|comunisti]], e contro l'intervento dello Stato nell'economia<ref name="Diz_Bio"/>.
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==Collegamenti esterni==
* ''[http://www.fondazioneburzio.it/pdf/abs_Giordano.pdf Potere, mercato e critica della democrazia. Il neo‐elitismo di Panfilo Gentile e il liberalismo italiano del secondo dopoguerra]'' di Alberto Giordano, Fondazione Filippo Burzio. <small>URL visitato il 24/07/2013.</small>
* ''[http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/21/Panfilo_Gentile_barone_per_caso_co_0_970121355.shtml Panfilo Gentile, barone per caso]'', articolo di Indro Montanelli, ''Corriere della Sera'', 21 gennaio 1997, p. &nbsp;35, Archivio storico. <small>URL visitato il 21/07/2013.</small>
* ''[http://archiviostorico.corriere.it/1999/settembre/29/Gli_incontri_caffe_con_amico_co_0_9909295587.shtml Gli incontri al caffé con l' amico Panfilino]'', articolo di Indro Montanelli, ''Corriere della Sera'', 29 settembre 1999, p. &nbsp;41, Archivio storico. <small>URL visitato il 22/07/2013.</small>
* ''[http://archiviostorico.corriere.it/2005/settembre/18/Gentile_inventore_della_partitocrazia_co_9_050918116.shtml Gentile, l' inventore della «partitocrazia»]'', articolo di Dario Fertilio, ''Corriere della Sera'', 18 settembre 2005, p. &nbsp;39, Archivio storico. <small>URL visitato il 21/07/2013.</small>
 
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