Sulayman ibn Abd al-Malik: differenze tra le versioni

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|FineIncipit = è stato un [[califfo]] [[Omayyadi|omayyade]] [[Siria|sirianosiria]]no che governò dal [[715]] al [[717]]
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== Gioventù ==
Sotto il governo di suo fratello al-Walīd I, egli era stato governatore di [[Palestina]], con capoluogo Ramla. Come buona parte degli [[Omayyadi]], e nel quadro della politica tribale di alleanza che guidava la politica arabo-islamica dell'VIII secolo in [[Vicino Oriente]], a quell'epoca egli s'era alleato alle componenti [[Yemen|yemeniteyemen]]ite (altrimenti dette kalbite<ref>Dalla tribù sud-arabica dei Banū Kalb.</ref>). Quando [[Yazid ibn al-Muhallab]] fuggì dal carcere in cui era stato rinchiuso dal ''[[wali (governatore)|wālī]]'' di [[Kufa]], [[al-Hajjaj ibn Yusuf|al-Ḥajjāj ibn Yūsuf]], egli si diresse da Sulaymān in Palestina. Sulaymān gli assicurò la propria protezione e lo ospitò presso di lui. Al-Ḥajjāj premette su al-Walīd perché il fratello cessasse di proteggere l'evaso e il [[califfo]] comandò a Sulaymān d'inviargli Yazīd in catene. Sulaymān in tale circostanza riuscì a garantire protezione al muhallabita che più tardi sarà da lui elevato al rango di governatore di Kufa e del Khorasan (che da Kufa dipendeva). Malgrado suo fratello mirasse a designare come proprio erede il figlio ʿAbd al-ʿAzīz, Sulaymān divenne però califfo nel febbraio del 7156, senza che vi fosse alcun attrito a corte e fra i governatori nominati da al-Walīd I.
 
== Assunzione del califfato e sue nomine ==
Sulaymān, appena eletto, nominò dunque [[Yazid ibn al-Muhallab]] governatore e Ṣāliḥ ibn ʿAbd al-Raḥmān amministratore finanziario ( ''āmil'' ) a Kufa. Ṣāliḥ ebbe anche istruzioni di arrestare e giustiziare la famiglia di al-Ḥajjāj, premorto ad al-Walīd I, che era stato sempre un duro avversario di Sulaymān. La ragione era che il defunto potente ''wālī'' di [[Kufa]] era stato uno dei più importanti esponenti mudariti<ref>Con tale termine (derivante dalla tribù dei Banū Mudar) si designavano i gruppi tribali arabi settentrionali, costantemente contrapposti politicamente ai Kalbiti (o Yemeniti, o Rabīʿa) meridionali.</ref> che, con [[Qutayba ibn Muslim]], avevano sostenuto la successione futura del figlio di al-Walīd piuttosto che lo stesso Sulaymān.
 
Qutayba si allarmò grandemente dell'ascesa al califfato di Sulaymān. Dapprima inviò un suo rappresentante al califfo con missive in cui gli garantiva la sua lealtà, non diversamente da come era stato leale col precedente califfo, implorando Sulaymān di non sostituirlo dal posto di governatore del Khurasan a favore di Yazīd ibn al-Muhallab e, infine, se l'inviato avesse visto che Sulaymān era comunque favorevole a Yazīd, con la rinuncia di Qutayba all'obbligo di lealtà verso il califfo. Sulaymān spedì indietro l'inviato con la conferma del governatorato di Qutayba. Tuttavia Qutayba s'era già indotto alla ribellione ma le sue truppe rifiutarono di seguirlo e lo uccisero, inviando poi la sua testa mozzata a Sulaymān.<ref>Cfr. [[Tabari|Ṭabarī]], v. 24 pp. 5-25, par. 30.</ref>
 
Sulaymān procedette quindi alla nomina di Yazīd ibn al-Muhallab a governatore del [[Khorasan|Khurasan]], cosa che consentì all'amico del califfo di evitare lo stretto controllo finanziario impostogli da Ṣāliḥ ibn ʿAbd al-Raḥmān in Iraq.
 
== La politica califfale ==
Restando strettamente alleato dell'elemento yemenita, Sulaymān non si mosse alla volta di [[Damasco]] diventando califfo, ma rimase invece a [[Ramla]] in Palestina. Il suo governatore del Khurasan, Yazīd, proseguì nella sua continua espansione verso le regioni montagne dell'[[Iran]], quali il [[Tabaristan]]. Sulaymān inviò anche un corposo esercito sotto il comando del fratello [[Maslama ibn Abd al-Malik|Maslama ibn ʿAbd al-Malik]] per attaccare la capitale [[Impero Bizantino|bizantina]] di [[Costantinopoli]]. Ciò portò a un attacco assai impegnativo che si prolungò per tutto l'inverno. Gli eserciti del califfo avanzarono nel territorio [[Bizantini|bizantino]] e presero una piazzaforte controllata dall'elemento slavo<ref>Cfr. [[Tabari|Ṭabarī]], v. 24, p. 42.</ref>. L'assedio di Costantinopoli creò problemi logistici dentro e fuori le mura assediate. Infine questa fu la causa dell'insuccesso arabo. Sulaymān si apprestava a varcare la frontiera bizantina quando, improvvisamente,<ref>Tra le cause della morte poteva esserci una complessione fisica eccessivamente robusta (caratteristica questa di non pochi [[Omayyadi]]). Noti sono i suoi banchetti, spesso con l'amico Ibn al-Muhallab.</ref> morì nel [[717]].
 
Nella politica interna, a lui va attribuito il merito di aver dotato [[Mecca]] di punti di abbeverata in favore dei pellegrini e di aver curato gli aspetti religiosi del suo dominio. Sulaymān era noto per le sue eccezionali doti oratorie e fu ricordato con simpatia dai suoi sudditi.<ref>Cfr. [[Tabari|Ṭabarī]], v. 24, p. 62</ref>
 
== Nomina del suo successore ==
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== Morte ==
Sulaymān indossò un sontuoso abito e un turbante verde e si specchiò, commentando che gli sembrava di essere nel fiore degli anni. Una settimana più tardi era deceduto. Morì tra il 22 settembre e il 1º ottobre 717.
 
== Note ==
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[[Categoria:Marwanidi]]
 
[[Categoria:Califfi omayyadi di Damasco]]