Suhayl ibn Amr: differenze tra le versioni

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|AnnoMorte = 639
|Attività =
|Epoca = VII secolo
|Categorie = no
|Nazionalità = arabo
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==Biografia==
Prima della sua conversione all'[[Islam]], Suhayl (che apparteneva al clan dei Banū ʿAbd Shams, imparentato a Maometto ma a lui per lo più ostile) fu inviato in rappresentanza dei [[paganesimo|pagani]] B. Quraysh per condurre le trattative con [[Maometto]] a Hudaybiyya.<br />
Anni prima proprio Suhayl aveva rifiutato di concedere la propria protezione al [[Maometto|Profeta]] dopo la morte di [[Abu Talib]] e un analogo rifiuto da parte del ''sayyid'' del [[clan]] materno dei [[Banu Zuhra|B. Zuhra]], [[Akhnas ibn Shariq]]. <br />
Maometto, alla guida di un gran numero di uomini vestiti da pellegrini (ma completamente armati) s'era diretto alla volta della [[La Mecca|città natale]] con l'intenzione ufficiale di prender parte ai riti della ''[[umra|ʿumra]]'', che aveva luogo ogni mese di [[rajab]].
 
Le grandi doti diplomatiche di Suhayl riuscirono a convincere però Maometto a firmare il famoso [[Accordo di al-Hudaybiyya]] e a scansare nell'immediato l'esplodere di una cruenta guerra civile. Il pellegrinaggio da parte musulmana fu rimandato all'anno successivo e le truppe dei [[musulmani]] ([[Ansar]] e ''[[Muhajirun|Muhājirūn]]'' tornarono perciò a [[Medina]].
 
Dopo la [[conquista di Mecca]] ([[630]]) si dice che egli abbracciasse, non si sa se perché costretto dagli eventi o per sincera convinzione, la fede islamica.
 
Tornò a usare le sue grandi doti oratorie e la sua capacità persuasiva nei drammatici momenti successivi alla morte di [[Maometto]], quando anche musulmani illustri e di più antica fede vacillarono psicologicamente sotto l'impatto emotivo della scomparsa del loro profeta.
 
Partecipò alla [[Battaglia del Yarmuk]] contro i [[Bizantini]] in [[Siria]]. A seguito della conquista arabo-islamica della regione del ''bilād al-Shām'', decise di restare con la sua famiglia nell'area, anziché tornare a Mecca.
 
Morì nel [[639]] di [[peste]] nel piccolo centro di [[Amwas|ʿAmwās]] (Emmaus), presso [[Gerusalemme]].
 
==Bibliografia==
*ʿAbd Allāh al-Musʿab b. ʿAbd Allāh b. al-Musʿab al-Zubayrī, ''Kitāb nasab al-Quraysh'' (Libro sulle genealogie dei Quraysh), ed. a cura di [[Évariste Lévi-Provençal|E. Lévi-Provençal]], [[Il Cairo]], Dār al-maʿārif, 1982, pp. 417-419&nbsp;417–419.
*[[Ibn al-Athir|Ibn al-Athīr]], ''Usd al-ghāba fī maʿrifat al-[[Sahaba|Ṣaḥāba]]'', ed. a cura di Muḥammad Ibrāhīm al-Bannāʾ - Muḥammad Aḥmad ʿAshūr - Maḥmūd ʿAbd al-Wahhāb Fāʾid, 7 voll., [[Il Cairo]], al-Shaʿb, s.d., II, p. &nbsp;480-81 (n. 2325).
 
{{Sahaba}}