Ali al-Naqi: differenze tra le versioni

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Malgrado questo crescente affetto, un uomo invidioso di tutto ciò era ʿAbd Allah b. Muhammad, ''[[wali]]'' di Medina, che informò il Califfo [[al-Mutawakkil (Abbaside)|al-Mutawakkil]] che l'Imam al-Hadi era pericoloso a causa del denaro che varie persone gli consegnavano e con il quale egli avrebbe potuto acquistare armi da usare contro il Califfo. Quando l'Imam al-Hadi seppe quanto ʿAbd Allah b. Muhammad aveva detto ad al-Mutawakkil, inviò una sua missiva al Califfo assicurandogli che si trattava di una calunnia ispirata al ''wali'' dall'avversione che nutriva nei confronti dell'[[Ahl al-Bayt]].<ref name="book69"/>
 
Al-Mutawakkil - la cui ostilità verso gli [[Alidi]] era esplicita e marcata - rispose a sua volta con una lettera, avvertendolo che avrebbe deposto il Governatore e che l'Imam avrebbe dovuto recarsi presso di lui, a [[Samarra]] per essere messo agli arresti domiciliari, per dar modo al Califfo di proteggerlo. Allo stesso tempo, al-Mutawakkil ordinò a Yahya b. Harthama di recarsi a Medina sia per investigare sulle accuse di ʿAbd Allah b. Muhammad, sia per prendere con sé la persona dell'Imam.<ref name="book69"/> Quando l'Imam ricevette la lettera, venne a conoscenza del fatto di essere stato invitato a risiedere a Samarra e di essere stato di fatto bandito da Medina. Se anche odiava abbandonare la città dei suoi antenati, capì però di non poter rifiutare l'invito califfale, a rischio di esser costretto ad obbedire con la forza: cosa che egli sopra ogni altra cosa voleva evitare.<ref name="book69"/> Yahya quindi perquisì la casa dell'Imam, non trovandovi però altro che esemplari del [[Corano]], passando poi senz'altro a mettere in atto l'altro incarico ricevuto da al-Mutawakkil.<ref name="book69"/>
 
==A Samarra==