ʿUthmān b. ʿAffān: differenze tra le versioni

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Un primo assedio di egiziani e kufani alla sua residenza califfale a [[Medina]] sembrò risolversi con un accordo ma, nel ritornare in patria, costoro intercettarono un messo califfale che avvertiva il governatore egiziano di procedere in modo cruento alla punizione di coloro che gli avrebbero consegnato la sua disposizione (fittizia) di dimissioni dal suo incarico.
 
Un nuovo assedio fu allora portato alla casa del [[califfo]] e un manipolo di congiurati<ref>Tra cui Kināna ibn Bishr, ʿAmr ibn al-Ḥamiq al-Khuzāʿī, [[Muhammad ibn Abi Bakr|Muḥammad b. Abī Bakr]], Qutayra b. Fūlān al-Sakūnī, Sūdān b. Ḥumrān al-Sakūnī, al-Ghāfiqī b. Ḥarb al-ʿAkkī. Cfr. Ṭabarī, ''The History of al-Ṭabarī'', ed. di E. Yarshater, vol. XV, "The Crisis of the Early Caliphate" (trad. di R. Stephen Humphreys), Albany, NY, State University of New York Press, 19900.1990, pp. 215-216.</ref> penetrò infine al suo interno e, malgrado un disperato tentativo della moglie [[Na'ila bint al-Farafisa|Nāʿila bt. al-Farafiṣa]] di fermare a mani nude le armi degli assassini,<ref>Nel cercare di bloccare uno dei tanti colpi di spada dei congiurati, l'assai più giovane moglie del Califfo ebbe tagliate da 2 a 3 dita. Cfr. [[Baladhuri|Balādhurī]], ''Ansāb al-ashrāf'', V, ed. [[Shlomo Dov Goitein]], [[Gerusalemme]], [[Università Ebraica di Gerusalemme]], 1936, p. 69-71.</ref> uccise ʿOthmàn, mentre si dice questi stesse leggendo il [[Corano]],<ref>Il sangue colò sulle pagine su cui era vergata la seconda [[Sura]], detta ''al-baqara'', ossia "della vacca".</ref> le cui pagine - inviate poi da Nāʿila a [[Mu'awiya ibn Abi Sufyan|Muʿāwiya]] a [[Damasco]] per esortarlo alla vendetta del Califfo assassinato - furono perciò macchiate dal suo sangue.<br />
Fu tanto pesante l'atmosfera di quella nottata che non fu possibile ai seguaci del califfo seppellirlo accanto ai suoi due predecessori e al Profeta, costringendoli nottetempo a inumarlo nel cimitero medinese del [[al-Baqi|al-Baqīʿ]] al-Gharqad.