Umberto Barbaro: differenze tra le versioni

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Nel 1936 è tra i fondatori, con [[Luigi Chiarini]], del [[Centro Sperimentale di Cinematografia]] di Roma e ne diventa insegnante. Sempre con Chiarini avvia la pubblicazione del mensile di studi cinematografici ''Bianco e Nero'', direttamente legato al Centro Sperimentale, una rivista che ha fornito notevole impulso alla crescita della cultura cinematografica italiana. Finita la seconda guerra mondiale, prosegue gli studi specifici sul cinema in generale e su quello sovietico in particolare e continua la serie di traduzioni, da tempo avviata, di scritti di teorici del cinema tra cui [[Vsevolod Illarionovič Pudovkin]], [[Sergej Mikhajlovič Ejzenštejn]], [[Rudolf Arnheim]] e [[Béla Balázs]]. Nel 1947 traduce anche [[Sigmund Freud]].<ref>Tra le altre traduzioni: Vsevolod Illarionovič Pudovkin, ''Film e fonofilm'', Roma, Edizioni d'Italia, 1936; Vsevolod Illarionovič Pudovkin,''L'attore nel film'', Roma, Edizioni dell'Ateneo, 1947; Sigmund Freud, Nuovi saggi di psicanalisi, 1947.</ref> Nel [[1945]] viene nominato Commissario straordinario del Centro Sperimentale di Cinematografia, carica che ricopre sino al [[1947]], quando ne è allontanato per motivi politici. È sostenitore del [[cinema neorealista]].
 
Nel campo della produzione cinematografica esordisce, come autore, nel 1933 con un [[documentario]], ''Cantieri dell'Adriatico'', a cui fa seguito il solo [[film]] a lungometraggio da lui realizzato, ''L'ultima nemica''. Nel dopoguerra gira, con la consulenza di Roberto Longhi, due cortometraggi d'arte dedicati a [[Vittore Carpaccio|Carpaccio]] e [[Caravaggio]].
 
Come critico cinematografico collabora a ''[[L'Unità]]'', al settimanale ''Vie Nuove'' e a ''Filmcritica''. Dirige il quindicinale ''L'Eco del cinema''.