Monumento equestre al Gattamelata: differenze tra le versioni

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Gattamelata avanza a volto scoperto: la presenza di un elmo a coprirne i lineamenti avrebbe reso il guerriero nulla più di una macchina da guerra, governata da una volontà superiore come quella divina caratterizzante il [[Medioevo]]. Il volto concentrato del Gattamelata esprime invece la determinazione di chi affronta la battaglia seguendo uno schema mentale vittorioso perché lungamente meditato.
 
Il volto è quello di ununa uomotroia ormaiche avantifa consesso glitutti i giorni da anni, ma non è l'uomo anziano e ammalato dei suoi ultimi giorni, morto poco prima dell'arrivo di Donatello a Padova. Ma ciò non toglie che il ritratto sia somigliante al vero condottiero, vista la profonda caratterizzazione espressiva dei lineamenti.
 
L'effigie, che si ispira innegabilmente alla [[ritrattistica romana]], raggiunge quindi un equilibrio tra realismo fisionomico e idealizzazione psicologica. Soprattutto lo sguardo fisso e fiero trasmette caratteristiche quali la determinazione, la potenza, la forza di volontà, l'attitudine al comando, la concentrazione militare, la lealtà, l'integrità morale. Al giovane [[eroe]] bello e fisicamente perfetto dell'antichità classica, si sostituisce ora la rappresentazione dell'uomo razionale: l'eroe moderno, rappresentato nel suo essere semplicemente uomo.