Inconscio collettivo: differenze tra le versioni

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{{Citazione|[...] al mondo effimero della nostra coscienza essi comunicano una vita psichica sconosciuta, appartenente ad un lontano passato; comunicano lo spirito dei nostri ignoti antenati, il loro modo di pensare e di sentire, il loro modo di sperimentare la vita e il mondo, gli uomini e gli dei. L'esistenza di questi stati arcaici costituisce presumibilmente la fonte della credenza nella reincarnazione e nella credenza di "vite anteriori"|[[Carl Gustav Jung]], 1939, p. 278}}
 
L<nowiki>'</nowiki>'''inconscio collettivo''' è un concetto della [[psicologia analitica]] [[neologismo|coniato]] da [[Carl Gustav Jung]]. L'inconscio collettivo, in opposizione all'[[Inconscio#Considerazioni_di_Sigmund_FreudConsiderazioni di Sigmund Freud|inconscio personale]], è condiviso da tutti gli uomini e deriva dai loro comuni antenati<ref>Lawrence A. Pervin, Oliver P. John - ''La scienza della personalità'' - Edizione italiana a cura di Claudio Sica - p. 149 - Raffaello Cortina Editore.</ref>.
 
==Definizione==
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In altri termini si potrebbe dire che l'inconscio collettivo è la struttura della [[Psiche (psicologia)|psiche]] dell’intera umanità, sviluppatasi nel tempo ed è suddivisibile in inferiore, medio e superiore. L’inferiore è legato alle radici arcaiche, al passato dell’umanità; il medio è costituito dai [[valori]] socio-culturali in questo attuale momento; il superiore è invece relativo ai valori, alle potenzialità, alle mete future dell’umanità.
 
Propugnatori del modello Junghiano, caratterizzati da un minor [[misticismo]], sostengono che l'''inconscio collettivo'' può essere adeguatamente immaginato come emergente in ciascun individuo dall'istinto condiviso, dall'esperienza comune e dalla [[cultura]] condivisa. Il processo di naturale generalizzazione nella [[mente]] umana unisce questi tratti ed esperienze comuni in un substrato dell'inconscio pressoché identico.
 
Ad esempio, ci si potrebbe aspettare che l'[[archetipo]] della "grande madre" sia il medesimo con poche variazioni in tutte le persone, poiché tutti i bambini condividono l'aspettativa interiore per un individuo che si prenda premurosamente cura di loro (istinto umano); ogni bambino sopravvive perché ha avuto una [[madre]] o un suo surrogato; e pressoché ogni bambino è condizionato dell'[[idea]] fornitagli dalla [[società (sociologia)|società]] di quello che una madre dovrebbe essere (cultura condivisa). L'insieme di tutti questi effetti potrebbe essere la fonte della figura condivisa, o archetipo, che sembra essere la stessa nei [[sogno|sogni]] di molte persone.
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==L'inconscio collettivo nelle opere di Jung==
Nei suoi primi scritti, Jung denominò questo aspetto della psiche "inconscio collettivo", termine che in seguito mutò in quello di "psiche oggettiva".<br />
La psiche oggettiva può essere considerata tale per due ragioni:
* È comune a tutti
* Restituisce un senso migliore del sé ideale di quanto non faccia l'ego o il sé cosciente. Dirige il sé, attraverso archetipi, sogni e l'intuizione e guida la persona a commettere errori con uno scopo. Spinge così la psiche verso l'[[individuazione]] o l'[[auto-realizzazione]].
 
Nel capitolo "Definizioni" del lavoro iniziale ''Psychological Types'', alla voce "collettivo" Jung cita ''representations collectives'', termine coniato da [[Levy-Bruhl]] nel suo libro del [[1910]] ''How Natives Think''. Jung indica che è ciò che egli intende quando parla di inconscio collettivo. Resta da chiedersi se sia stato Jung il primo a formulare tale concetto o l'abbia tradotto dall'antropologia culturale, rielabolandone il significato con i propri contenuti.
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==Bibliografia==
*Jung, Carl. ''The Development of Personality''
*Jung, Carl. "Psychic conflicts in a child.", ''Collected Works of C. G. Jung'', '''17''', Princeton University Press, 1970. 235 p. (p. &nbsp;1-35).
*Whitmont, Edward C. (1969). ''The Symbolic Quest''. Princeton University Press.
*Gallo, Ernest. "Synchronicity and the Archetypes," ''Skeptical Inquirer'' '''18''' (4), Summer 1994.