Bruno Coceani: differenze tra le versioni

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====I contrasti con i tedeschi====
[[File:Bruno Coceani prefetto di Trieste.jpg|thumb|Bruno Coceani prefetto di Trieste]]
In tutta la regione inoltre i tedeschi sfruttarono i contrasti tra slavi ed italiani favorendo tutti gruppi etnici di minoranza secondo la filosofia del ''[[divide et impera]]'' già sperimentata con successo in età asburgica. Nei paesi attorno a Trieste, a maggioranza slava, vennero riaperte pertanto alcune scuole slovene e croate<ref name=autogenerato7>{{cita|Bogdan C. Novak|p. 79}}</ref> e venne permessa la libera circolazione di giornali provenienti da Lubiana. Anche alcune riviste tedesche come la "Deutsche Adria Zeitung" uscirono in edizione bilingue italiana e slovena nel Friuli e italiana e croata in Istria e Dalmazia<ref name=autogenerato7 /> e nell'amministrazione pubblica furono assunti numerosi impiegati slavi<ref name=autogenerato7 />. Bruno Coceani, facendosi interprete del sentire dei nazionalisti italiani e temendo egli stesso, ex-irredentista, che tali concessioni venissero estese anche ai triestini di etnia slovena protestò ripetutamente con le autorità germaniche e molti italiani di Trieste scelsero così di collaborare per salvaguardare l'italianità della regione<ref>{{cita|Bogdan C. Novak|p. 79:Per proteggere il più possibile gli interessi italiani e per preservare il carattere italiano della Venezia Giulia, anche molti italiani collaborarono con i tedeschi}}</ref> e in particolare a Trieste scelsero questa strada i nazionalisti di Coceani e il [[Partito Fascista Repubblicano]]<ref>{{cita|Bogdan C. Novak|p. 79: Soprattutto a Trieste, due gruppi seguirono questo indirizzo: il gruppo capeggiato da Coceani e il nuovo partito fascista repubblicano}}</ref>. Coceani riteneva che esistessero due grandi pericoli per Trieste rappresentati dai tedeschi e dagli slavi e ritenendo l'occupazione tedesca transitoria, collaborando avrebbe mantenuto l'amministrazione locale in mano italiana<ref name=autogenerato7 /> mentre una sua defezione avrebbe provocato l'assunzione dell'amministrazione direttamente ai tedeschi se non agli slavi<ref>{{cita|Bogdan C. Novak|pp. 79-80}}</ref>. Pertanto Coceani si mosse con l'obiettivo di preservare un forte gruppo italiano in città che potesse opporsi alla germanizzazione della città e prepararsi all'arrivo dei partigiani slavi<ref name=autogenerato12>{{cita|Bogdan C. Novak|p. 80}}</ref>. In un colloquio avuto con Mussolini secondo Coceani ''"le autorità tedesche svolgono una politica doppia, di opportunità contingente, con il risultato di scontentare italiani e sloveni''" e quindi ''"questa politica calcante le orme di quella austriaca degli Asburgo va attribuita, più che al Rainer al gen. Globocnik, comandante delle SS per tutta la zona d'occupazione. Sangue slavo. E' opinione che imperi al di sopra del Supremo Commissario"''<ref>{{cita|Luigi Ganapini|p. 344}}</ref>. Numerosi furono anche gli scontri con i [[domobranci]] sloveni del colonnello Kokaj<ref>{{cita|Luigi Ganapini|p. 344}}</ref>.
 
Coceani favorì le riviste italiane, soprattutto quelle che facevano riferimento alla tradizione irredentista anti austriaca<ref name=autogenerato12 /> e a Trieste, numerose richieste analoghe da parte dell'elemento slavo di nuove pubblicazioni furono rifiutate da Coceani mentre vennero concessi agli slovenofoni solo alcuni programmi radio nella propria lingua<ref>{{cita|Bogdan C. Novak|p. 89}}</ref>.