Assedio di Roma (546): differenze tra le versioni

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{{Campagnabox Guerra gotica}}
L' '''assedio di Roma del 546''' fu un episodio della [[guerra gotica (535-553)|guerra gotica]].
 
==Assedio==
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Totila rimproverò poi il [[senato romano]] rimproverandolo per il fatto che, nonostante avesse ricevuto grandissimi benefici dai re ostrogoti, li aveva traditi, aprendo le porte ai "Greci", divenendo così traditore di sé stesso: chiese poi quali vantaggi e benefici avessero ricevuto dall'Imperatore Giustiniano, rammentando che i senatori furono privati di quasi tutte le onoranze dai cosiddetti logoteti (esattori delle tasse bizantini), costretti a colpi di bastone al rendimento dei conti delle cariche sostenute durante la loro dominazione, e a pagare tasse esosissime.<ref name=ProcIII21/> Si rivolse poi ad Erodiano e agli Isauri, grazie al cui tradimento si era impossessato della città : « Voi, in fé di Dio, aggiunse, cresciuti coi Gotti non ci voleste accordare sino a questo giorno neppure un luogo deserto, e la costoro merce signoreggiamo Roma e Spoleto; siate dunque voi servi, ed eglino, stretti di amicizia e di benevolenza con noi, suppliranno di pieno diritto le vostre magistrature».<ref name=ProcIII21/> Mentre i patrizi udivano silenziosi tali invettive, Pelagio continuò ad implorare al re perdono, e Totila rispose accomiatandoli con la confortante promessa che sarebbe stato clemente con loro.<ref name=ProcIII21/>
 
Totila decise quindi di inviare Pelagio ed il senatore romano Teodoro come ambasciatori all'Imperatore Giustiniano, incaricando loro di comunicare all'Imperatore che, se non avesse accettato la pace, Totila avrebbe raso al suolo Roma e, annientato il senato, avrebbe devastato l'Illiria, minacciando apertamente la stessa Costantinopoli.<ref name=ProcIII21/> La lettera di Totila che gli ambasciatori consegnarono a Giustiniano, secondo Procopio, era la seguente:<ref name=ProcIII21/>
{{Quote|Nella credenza che sienti ben noti i romani avvenimenti ho risoluto di passarli con silenzio; quindi comprenderai di leggieri a che tenda la mia mandata. Chiediamo con lei che vogli tu stesso accogliere il bene della pace, ed accordarlo egualmente a noi, del che memorie bellissime ed illustri esempi lasciaronti Anastasio e Teuderico, i quali in epoca ben vicina alla nostra compierono regnando con somma pace e felicità i giorni loro. Che se par tali saranno i tuoi desiderj potrai meritamente nomarti mio padre; e quindi ovunque bramerai ti saremo compagni d'armi.|Procopio di Cesarea, ''La Guerra Gotica'', III,21.}}
Giustiniano Augusto, letto il foglio, ed ascoltati gli oratori, li licenziò immediatamente, rispondendo loro a voce, e per iscritto al re, che era Belisario "l'imperatore della guerra", per cui dovevano discutere con lui, e non con l'Imperatore, della pace.<ref name=ProcIII21/>
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Informato della nuova perdita di Roma, re Totila mosse di subito con tutto l'esercito, sperando di riuscire a riconquistarla prima che Belisario avesse fatto assicurare gli ingressi con nuove porte, essendo state le antiche distrutte dai barbari.<ref name=ProcIII24/> Le truppe di lui, posti gli accampamenti sul fiume [[Tevere]] per consumarvi quella notte, l'alba del giorno successivo assalirono le porte della città: Belisario reagì allora ponendo alla difesa degli ingressi, in luogo delle porte, dei soldati, comandando al resto dell'esercito di adoperarsi a respingere con ogni messo gli assalitori dai merli.<ref name=ProcIII24/> Nella battaglia che ne seguì, gli Ostrogoti ebbero nettamente la peggio.<ref name=ProcIII24/> Gli assalti successivi furono respinti anch'essi.<ref name=ProcIII24/>
 
Fu in quel frangente che alcuni guerrieri ostrogoti rimproverarono Totila per l'imprudenza commessa non radendo al suolo Roma dopo averla conquistata, perché se l'avesse fatto, il nemico non avrebbe avuto più mezzo di ripararvi, né di presidiarla.<ref name=ProcIII24/> Il re ostrogoto e il suo esercito ripararono nella città di [[Tivoli]], distruggendo quasi tutti i ponti eretti da [[Tiberio]], ad eccezione del solo [[Ponte Milvio]].<ref name=ProcIII24/>
 
== Impatto nella storia ==