Il cappello del prete: differenze tra le versioni
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Il barone ed il prete si incontrano e raggiungono un accordo sulla vendita della Villa per una somma di 30.000 lire, tuttavia entrambi non hanno palesato le loro vere intenzioni. Prete Cirillo ha in animo di truffare il barone, perché sa che la Sacra Mensa Diocesana è disposta a pagare l'edificio forse fino a 120.000 lire per collocarvi un seminario e un collegio teologico: se l'operazione riuscirà, prete Cirillo potrà ''"salvare per sé il diritto di una stanza nel collegio coll'obbligo di una messa quotidiana"'' e nel frattempo lascerà il suo ''squallido bugigattolo'' e si libererà dei popolani napoletani che lo assillano con la richiesta di numeri da giocare al [[lotto]]. L'idea che ''ronza in capo'' al barone è invece molto più oscura: far "sparire" Don Cirillo al suo arrivo alla Villa, in modo da poter mettere le mani sulle enormi ricchezze del prete.
Nei giorni seguenti ''u prevete'' porta avanti il suo progetto: risolve le questioni aperte con ''Cruschiello'', un suo compare pignoratario, ritira molte cartelle di rendita depositate al banco, si reca al Sacro Monte per appianare con 8.000 lire il debito del barone e lascia i denari della pigione e le chiavi della casa al nipote Gennariello.
Il giorno dell'appuntamento, Don Cirillo incontra Filippino, il cappellaio, che, essendo in gravi difficoltà economiche, gli offre ''un cappello nuovo coi nastrini di seta'' per poche lire, prima che gli vengano pignorati tutti gli averi. Don Cirillo si reca quindi alla villa del barone che lo uccide, colpendolo alla testa. Il cappello nuovo vola via ed il barone non se ne accorge.
Don Antonio, parroco di Santafusca, poco dopo trova il cappello e lo mostra a Filippino, cappellaio del paese, che riconosce in quel cappello quello di don Cirillo e, pensando che gli possa essere accaduto qualcosa, lo consegna nelle mani della giustizia.
Nel frattempo il barone è tormentato da sensi di colpa e in preda ad allucinazioni (vede il cappello e il prete); convocato dalla polizia, dapprima nega e poi, come guidato da un meccanismo interno, confessa di aver ucciso il prete nella sua villa.
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