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=== Presupposti dello scisma===
A partire dalla metà del [[XVII secolo]] i membri del clero greco posero all'attenzione di quello russo le discrepanze tra le pratiche ecclesiastiche e gli usi ortodossi presenti tra le due chiese. In particolare, nel [[1649]], giunse a [[Mosca (Russia)|Mosca]] [[Paisios (Patriarca ortodosso di Gerusalemme)|Paisios]], Patriarca ortodosso di Gerusalemme, il quale iniziò a contestare apertamente l'ortodossia dei testi russi. Ritenendoli in alcune parti "eretici" all'insegnamento divino, cercò di convincere il Patriarca [[Iosif (Patriarca di Mosca)|Iosif]] e, in seguito, Nikon, della necessità di una loro profonda modifica. La gerarchia ecclesiastica russa, sotto l'egida del patriarca Iosif, arrivò pertanto a ritenere che la [[Chiesa ortodossa russa]], a causa della scarsa competenza dei copisti medievali, avesse sviluppato riti e testi liturgici che differivano significativamente dagli originali greci. Tali errori ebbero come effetto quello di far divergere quest'ultima dalle altre chiese ortodosse. Successive ricerche hanno tuttavia dimostrato che i messali russi discendevano da testi differenti da quelli utilizzati dai greci coevi alla riforma e, secondo gli studi dello storico Kapterev, i primi erano molto più antichi, e quindi più "sacri" di quest'ultimi. Secondo tale tesi è scorretto parlare di errori di copisti inesperti, essendo le opere allora utilizzate perfettamente rispondenti al modello originario <ref name="KpZn">Kapterev N.F., 1913, 1914; Zenkovskij S.A., 1995, 2006.</ref>.
 
Al fine di rendere ancora più effettiva la comunione tra le chiese ortodosse, nonché per correggere i supposti errori, il Patriarca di tutte le Russie Iosif decise di portare a termine alcune riforme liturgiche. Ebbe nel proprio intento l'appoggio dello zar [[Alessio I di Russia|Alessio I]] che, tuttavia, prima di procedere a una tale delicata decisione, ordinò al proprio messo Arsenij Suchanov di accompagnare Paisios in Grecia per verificare la veridicità delle asserzioni di quest'ultimo. Le notizie che giunsero allo zar non furono confortanti: nel 1650 veniva reso edotto che i monaci del [[Monte Athos]] avevano bruciato su di un rogo i testi sacri russi bollandoli come eretici, nel [[1652]] apprendeva invece che la fede di cui Paisios si diceva portatore non gli aveva impedito di ordinare l'assassinio di un proprio rivale al soglio di Gerusalemme il cui corpo, successivamente, era stato gettato in mare. Tali resoconti non fermarono tuttavia un processo che si era già avviato nel [[1650]] con la stampa, fortemente voluta dal movimento dei riformatori liturgici di corte che aveva il suo esponente più influente in [[Fëdor Alekseevič Rtiščev]], del ''Kormčaja kniga'', libro di diritto canonico con al proprio interno un rituale sul matrimonio interamente mutuato da quello introdotto da [[Papa Paolo V]] nel cattolicesimo. La fazione filo-occidentale, che promulgava l'apertura della religione ortodossa alle influenze esterne in modo tale da fare diventare la Russia uno Stato pienamente "europeo" si era messa in moto. Le Riforme subirono una brusca accelerazione con l'ascesa al Soglio di Nikon. Sostenuto dagli "[[Zelatori della Pietà]]", associazione ortodossa rigoristica di cui faceva parte ed i cui membri sarebbero diventati in seguito i suoi più acerrimi oppositori, il nuovo Patriarca, seguendo un preciso piano politico tendente a trasformare la Russia in una sorta di teocrazia, riunì nel 1652 un sinodo esortando il clero a comparare [[Typikon]], [[Euchologion]], e gli altri libri liturgici russi con i loro corrispondenti greci. In tutta la Russia i monasteri ricevettero la richiesta di inviare tali opere a Mosca al fine di procedere a un'analisi comparativa. In tal modo, un anno dopo, una commissione di religiosi arrivò alla revisione completa di tutti i testi liturgici dell'epoca, sancendo la cosiddetta Riforma di Nikon.