Jânio Quadros: differenze tra le versioni

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Ex-sindaco e governatore del [[San Paolo (stato)|São Paulo]], fu eletto presidente della Repubblica con l’appoggio dell’Unione Democratica Nazionale.
 
Con mezzi finanziari disastrosi, seguì una politica estera antiamericana e cercòCercò l’appoggio dei progressisti: si avvicinò all’[[Unione Sovietica]], rifiutò il blocco di [[Cuba]] decretato dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) e decorò il guerriglierorivoluzionario argentino comunistaErnesto [[Che Guevara]]( regolarmente approvata dal Congresso). Abbandonato dai partiti moderati e conservatori, delusi dalla sua condotta, disprezzato dall’opinione pubblica, attaccato dal giornalista Carlos Lacerda e osteggiato anche dal Congresso Nazionale (dove non disponeva di una maggioranza solida), si dimise il 25 agosto [[1961]]<ref>Andrade, Auro Moura: Um Congresso contra o arbítrio: Diários e memória. Rio de Janeiro: Nova Fronteira, 1985.</ref>, scaricando la responsabilità della crisi economica sul Congresso e lasciando una lettera-testamento in cui denunciava l’esistenza di ''forze occulte terribili'' a lui ostili.
 
Hélio Silva, nel suo libro ''A Renúncia'', sostiene che: