Furia (film 1936): differenze tra le versioni

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'''''Furia''''' (''Fury'') è un [[film]] del [[1936]] diretto da [[Fritz Lang]].
 
È il suo primo film americano e forma insieme ai successivi ''[[Sono innocente]]'' e ''[[You and Me]]'' una sorta di trilogia d'argomento sociale.<ref>Comune di Roma. Assessorato alla cultura, ''Fritz Lang'', a cura di Mario Sesti, p. 68.</ref>
== Trama ==
{{q|Vostro Onore, sono Joseph Wilson. So che venendo qui ho salvato la vita di 22 persone. Ma non sono venuto per questo. Non mi interessa salvare la vita di questa gente. Sono assassini. Anche se la legge dice il contrario perché sono vivo. Ma non per merito loro. E la legge ignora che un sacco di cose molto importanti per me, cose stupide, forse, come la fiducia nella giustizia, la convinzione che gli uomini fossero civili e un senso di orgoglio per il mio paese che mi sembrava diverso da tutti gli altri, la legge ignora che queste cose sono state distrutte in me quella notte. E se oggi sono qui è solo per me stesso. Era diventata un'ossessione: non c’era minuto della mia giornata in cui non pensassi a loro....|Parole pronunciate, nella sequenza finale, da Joe davanti al Giudice dopo il verdetto di condanna dei responsabili del linciaggio. Dalla sceneggiatura del film.}}
 
Chicago. Joe Wilson è un giovane operaio che deve lasciar partire la fidanzata Katherine per la lontana città dell'ovest Capitol City: lei ha trovato un lavoro d'insegnante pagato bene e i maggiori guadagni le serviranno per metter su casa e sposarsi con lui. La prima sequenza del film è il malinconico addio dei due fidanzati alla stazione.
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Esule dal 1933, in Francia Lang aveva girato [[La leggenda di Liliom]]; nel [[1934]] parte per l'America con in tasca un contratto di un anno con la [[Metro-Goldwyn-Mayer|Metro Goldwyn Mayer]].
 
Giunto negli stati Uniti, viaggia a lungo per il paese per impararne lingua, costumi, mentalità. Allo scadere dell'anno di contratto riceve una telefonata da Eddie Mannix, vicepresidente della MGM, che lo avvisa amichevolmente che la casa produttrice non è disposta a rinnovargli il contratto se non realizza almeno un film. Lang allora propone un soggetto e una sceneggiatura per il suo primo film a Hollywood.
===Censure e imposizioni della produzione===
Lang incontrò parecchie difficoltà ad adattarsi alle regole della produzione americana. Il [[produttore cinematografico|produttore]] e futuro [[regista]] [[Joseph L. Mankiewicz]], per la prima volta in veste di produttore per la MGM, eliminò alcune sequenze nelle quali la sentenza di condanna per gli autori del linciaggio, trasmessa dalla radio, veniva accolta con approvazione da alcuni afro-americani (i neri erano stati le principali vittime dei linciaggi).
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Il titolo originario del film era ''Mob Rule'', (''Il potere della folla''), dall'omonimo titolo del libro di [[Norman Krasna]], su un [[linciaggio]] realmente avvenuto a [[San Jose]] nel [[1933]].<ref>Il medesimo episodio darà nel [[1950]] lo spunto per un altro film: [[L'urlo della folla]] (''The Sound of Fury'', anche noto con il titolo ''Try and Get Me''), diretto e sceneggiato da [[Cy Endfield]]</ref>
===Cast===
Lang racconta a Peter Bogdanovich che gli attori principali [[Spencer Tracy]] e [[Sylvia Sidney]] "...furono scelti dalla direzione senza nemmeno l'Ok di Mankiewicz perché quello era il suo primo incarico come produttore." Si racconta anche che i rapporti fra il regista e Spencer Tracy furono alquanto burrascosi.<ref>[[Peter Bogdanovich]], ''Il cinema secondo Fritz Lang'', p. 24.</ref>
===La prima===
Il film uscì il 5 giugno 1936.
 
==Accoglienza==
Il film ebbe molta popolarità e ebbe profitti per s $248,000. <ref>Scott Eyman, ''Lion of Hollywood: The Life and Legend of Louis B. Mayer'', Robson, 2005, p. 219.</ref>
==Critica==
Il film fu recensito il 3 luglio 1936, dallo scrittore [[Graham Greene]], che allora lavorava come critico cinematografico per il giornale ''The Spectator''. Ecco cosa scrive:
{{q|... l'unico film che conosco per cui ho voluto usare l'epiteto di 'grande'.[...] Il potere che ha Lang di catturare vividamente il dettaglio veritiero rende il linciaggio di un orrore quasi insopportabile. Sto cercando di non esagerare, ma il cervello trasalisce ad ogni colpo di frusta di queste immagini come al ''grind-grind'' di un trapano elettrico che perfora la strada: la risata orribile e la gonfia presunzione dei buoni cittadini, il giovane che afferra una sbarra gridando 'Facciamo qualcosa di divertente', il reggimento di uomini e donne, ripresi dalla telecamera di fronte, che marciano a braccetto lungo la strada e ridono eccitati come reclute il primo giorno di guerra, il ragazzo che, fuori dell’ufficio dello sceriffo, lo canzona apostrofandolo "Sono Popeye, Braccio di Ferro", il lancio della prima pietra, l'edificio in fiamme, l'uomo innocente che sta soffocando dietro le sbarre e la donna che alza il bambino per fargli vedere il fuoco. Qualsiasi altro film di quest'anno rischia di essere sminuito dalla straordinaria opera di Lang: nessun altro regista controlla così completamente il suo mezzo né è così costantemente attento al contrappunto di suoni e immagini.|Graham Greene, ''The Spectator'', 3 luglio 1936.}}
 
 
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Il film si sviluppa in due parti:
*la prima parte è dominata dalla descrizione dell'isteria della folla, il linciaggio e l'incendio della prigione; ha un andamento "furioso", "...l'orchestrazione va in crescendo con l'intensità di una fuga" (Lotte Eisner).
*la seconda parte ha un ritmo più freddo: è dominata dall'odio, dal risentimento, dalla volontà di vendetta. Il protagonista vuole punire legalmente i responsabili del linciaggio ottenendo dal tribunale la loro condanna a morte. <ref>* Comune di Roma. Assessorato alla cultura, ''Fritz Lang'', a cura di Mario Sesti, pag. 68.</ref>
 
==I personaggi==
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==Sequenze celebri==
===La sequenza del barbiere===
{{q|Secondo voi, cosa spinge la gente a fare cose come rapire un bambino? Soltanto la pazzia, dico io... Te lo dico io cos'è. La gente a volte ha strani impulsi. Se riesci a resistere, sei sano ...... altrimenti, la tua fine è la galera oppure il manicomio... Mr. Jorganson, lei che ha la testa più a posto di tutti, in questa contea, deve credermi se le dico che nei vent'anni in cui ho maneggiato questo rasoio ... più di una volta ho avuto l’ impulso del tutto irragionevole e inspiegabile ... di tagliare il pomo di Adamo a qualche cliente? Così, un colpo solo....|Dalla sceneggiatura del film.}}
Nel negozio del barbiere, un'amabile conversazione si svolge fra l' aiutante, due clienti e l'aiuto sceriffo. Discutono sui fatti del giorno, sulle notizie annunciate dalla radio e sull'impulso ad uccidere. Quando il barbiere confessa che spesso, tenendo il rasoio sulla gola di un cliente, è inspiegabilmente tentato di tagliarla, il cliente insaponato è sparito mentre la porta girevole ruota ancora sul cardine.
 
===La notizia dell'arresto===
L'episodio offre al barbiere il pretesto di telefonare alla moglie, ma gli preme soprattutto raccontare che il presunto rapitore della bambina è stato arrestato: il ''segreto'' gli è stato spifferato dall'aiutante dello sceriffo, desideroso di darsi importanza e di difendere l'onore di poliziotti accusati di giocare a carte anziché arrestare i colpevoli. Arricchita di volta in volta di particolari fantasiosi, dalla cucina dei vicini di casa alla drogheria, la notizia corre di bocca in bocca, in un passa-parola che Lang accosta alla caricaturale inquadratura di galline pigolanti. I critici vi hanno visto una citazione dei pettegolezzi in cortile de ''[[L'ultima risata]]'' di [[Murnau]]. Dalla bocca delle donne la notizia passa a quella degli uomini che si incontrano i luoghi pubblici. Pregiudizi e violenza repressa si condensano in commenti sempre più minacciosi: quella che all'inizio appariva come una innocua curiosità, un pittoresco pettegolare si trasforma man mano in una irrefrenabile volontà di giustizia sommaria.
 
===L'assalto alla prigione===
Vicente Sanchez-Biosca così la descrive:
{{q|Incitata da alcuni sobillatori, la massa decide, in un festino cruento, quasi rituale, di imporre la propria "giustizia". Durante il tragitto verso la prigione, al suono di una musica paramilitare, la cinepresa intraprende un altro ''travelling'' soggettivo - dall'alto e in avvicinamento alla prigione - di tale massa infervorata, unita da quell'ideale che [[Sigmund Freud]] ha così ben descritto in ''Psicologia delle masse e analisi dell'io'' <ref>Sigmund Freud, ''Psicologia delle masse e analisi dell'io'', 1922.</ref> e che non è altro che un cerimoniale primitivo. Ebbene, un momento prima dell'esplosione che distrugge il carcere, mentre la massa osserva estasiata la propria opera e Katherine, la promessa sposa accorre sul luogo dell'attentato, il silenzio domina improvvisamente la scena. Una successione di primissimi piani sfila dinanzi ai nostri occhi: primissimo piano frontale di Katherine, primissimo piano di un linciatore dal basso, primissimo piano di un altro linciatore dall'alto,, primissimo piano ad altezza d'uomo di un terzo, primo piano di Katherine. Brevi inquadrature, tutte di volti che guardano fuori campo ad occhi spalancati.|Vicente Sanchez-Biosca, ''Fury o come nacque John Doe'', in Paolo Bertetto - Bernard Eisenschitz, ''Fritz Lang. La messa in scena'', Lindau, Torino 1993, p. 204.}}
===Il ritorno di Joe===
La descrizione di [[Lotte Eisner]]:
{{q|Scampato al pericolo, ai fratelli che vogliono abbracciarlo Joe dice freddamente: "Tirate le tende." E' un uomo tornato dall'al di là. Ha gli occhi febbrili, la barba lunga e un fianco dolorante per le scottature. Vediamo solo la sua sagoma - non permette al fratello di accendere la luce anche quando le tendine sono abbassate - e la pesante oscurità, le ombre minacciose ricordano il periodo tedesco di Lang. Questa è la scena chiave del film. Il buio che Joe esige, perché la luce fa male ai suoi occhi irritati dal fumo e perché non vuole essere visto dal mondo esterno, corrisponde al suo nuovo atteggiamento: i gesti a scatti, la risata stridula e cattiva. Le fiamme nelle quali lo si è visto avvolto hanno distrutto tutto il suo amore e la sua fiducia negli uomini.|Lotte H. Eisner, ''Fritz Lang'', Mazzotta, Milano 1978, pag. 146.}}
 
==Temi==
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"Tu sei proprio come sono io, piccolo e solo" dice Joe alla cagnetta che lo segue dopo che lui ha accompagnato Katherine alla stazione.
===L'errore giudiziario===
Joe, onesto cittadino che paga le tasse e rispetta le leggi, del tutto ignaro, è impigliato come una mosca nella ragnatela della giustizia. Si accumulano contro di lui una serie di indizi (la cagna randagia, le noccioline, la banconota, l'aver dormito all'addiaccio, l'andatura sostenuta della sua automobile), e di assurde coincidenze difficili da smontare.
===Intolleranza e violenza della folla===
*irrazionalità e pregiudizi nella mentalità popolare
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Nell'ufficio del Governatore entra in scena la politica. Il senatore non vuole che si mandi l'esercito perché questo potrebbe costargli il successo alle elezioni imminenti.
===Il potere occulto dei media===
* la stampa: Lang inquadra spesso in primo piano pagine di giornali, i titoli degli articoli sostituiscono il dialogo e informano la spettatore, ad esempio vediamo il titolo dell'articolo sul rapimento della bambina letto da Joe nella sua sosta notturna all'aperto, nell'ufficio del governatore l'articolo con la notizia dell'arresto dei veri rapitori e la cronaca del linciaggio.
* la radio: il processo viene seguito alla radio in luoghi molto diversi, nel salotto di casa, all'interno di un ufficio, nella camera da letto di un uomo e unna donna, nella stanza di Joe.