Furia (film 1936): differenze tra le versioni
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'''''Furia''''' (''Fury'') è un [[film]] del [[1936]] diretto da [[Fritz Lang]].
È il suo primo film americano e forma insieme ai successivi
== Trama ==
{{q|Vostro Onore, sono Joseph
Chicago. Joe Wilson è un giovane operaio che deve lasciar partire la fidanzata Katherine per la lontana città dell'ovest Capitol City: lei ha trovato un lavoro d'insegnante pagato bene e i maggiori guadagni le serviranno per metter su casa e sposarsi con lui. La prima sequenza del film è il malinconico addio dei due fidanzati alla stazione.
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Esule dal 1933, in Francia Lang aveva girato [[La leggenda di Liliom]]; nel [[1934]] parte per l'America con in tasca un contratto di un anno con la [[Metro-Goldwyn-Mayer|Metro Goldwyn Mayer]].
Giunto negli stati Uniti, viaggia a lungo per il paese per impararne lingua, costumi, mentalità. Allo scadere dell'anno di contratto riceve una telefonata da Eddie Mannix, vicepresidente della MGM, che lo avvisa amichevolmente che la casa produttrice non è disposta a rinnovargli il contratto se non realizza almeno un film. Lang allora propone un soggetto e una sceneggiatura per il suo primo film a Hollywood.
===Censure e imposizioni della produzione===
Lang incontrò parecchie difficoltà ad adattarsi alle regole della produzione americana. Il [[produttore cinematografico|produttore]] e futuro [[regista]] [[Joseph L. Mankiewicz]], per la prima volta in veste di produttore per la MGM, eliminò alcune sequenze nelle quali la sentenza di condanna per gli autori del linciaggio, trasmessa dalla radio, veniva accolta con approvazione da alcuni afro-americani (i neri erano stati le principali vittime dei linciaggi).
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Il titolo originario del film era ''Mob Rule'', (''Il potere della folla''), dall'omonimo titolo del libro di [[Norman Krasna]], su un [[linciaggio]] realmente avvenuto a [[San Jose]] nel [[1933]].<ref>Il medesimo episodio darà nel [[1950]] lo spunto per un altro film: [[L'urlo della folla]] (''The Sound of Fury'', anche noto con il titolo ''Try and Get Me''), diretto e sceneggiato da [[Cy Endfield]]</ref>
===Cast===
Lang racconta a Peter Bogdanovich che gli attori principali [[Spencer Tracy]] e [[Sylvia Sidney]] "...furono scelti dalla direzione senza nemmeno l'Ok
===La prima===
Il film uscì il 5 giugno 1936.
==Accoglienza==
Il film ebbe molta popolarità e ebbe profitti per s $248,000. <ref>Scott Eyman, ''Lion of Hollywood: The Life and Legend of Louis B. Mayer'', Robson, 2005,
==Critica==
Il film fu recensito il 3 luglio 1936, dallo scrittore [[Graham Greene]], che allora lavorava come critico cinematografico per il giornale ''The Spectator''. Ecco cosa scrive:
{{q|...
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Il film si sviluppa in due parti:
*la prima parte è dominata dalla descrizione dell'isteria della folla, il linciaggio e l'incendio della prigione; ha un andamento "furioso", "...l'orchestrazione va in crescendo con l'intensità di una fuga" (Lotte Eisner).
*la seconda parte ha un ritmo più freddo: è dominata dall'odio, dal risentimento, dalla volontà di vendetta. Il protagonista vuole punire legalmente i responsabili del linciaggio ottenendo dal tribunale
==I personaggi==
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==Sequenze celebri==
===La sequenza del barbiere===
{{q|Secondo voi, cosa
Nel negozio del barbiere, un'amabile conversazione si svolge fra l' aiutante, due clienti e l'aiuto sceriffo. Discutono sui fatti del giorno, sulle notizie annunciate dalla radio e sull'impulso ad uccidere. Quando il barbiere confessa che spesso, tenendo il rasoio sulla gola di un cliente, è inspiegabilmente tentato di tagliarla, il cliente insaponato è sparito mentre la porta girevole ruota ancora sul cardine.
===La notizia dell'arresto===
L'episodio offre al barbiere il pretesto di telefonare alla moglie, ma gli preme soprattutto raccontare che il presunto rapitore della bambina è stato arrestato: il ''segreto'' gli è stato spifferato dall'aiutante dello sceriffo, desideroso di darsi importanza e di difendere l'onore di poliziotti accusati di giocare a carte anziché arrestare i colpevoli.
===L'assalto alla prigione===
Vicente Sanchez-Biosca così la descrive:
{{q|Incitata da alcuni sobillatori, la massa decide, in un festino cruento, quasi rituale, di imporre la propria "giustizia". Durante il tragitto verso la prigione, al suono di una musica paramilitare, la cinepresa intraprende un altro ''travelling'' soggettivo - dall'alto e in avvicinamento alla prigione - di tale massa infervorata, unita da quell'ideale che [[Sigmund Freud]] ha così ben descritto in ''Psicologia delle masse e analisi dell'io'' <ref>Sigmund Freud, ''Psicologia delle masse e analisi dell'io'', 1922.</ref> e che non è altro che un cerimoniale primitivo. Ebbene, un momento prima dell'esplosione che distrugge il carcere, mentre la massa
===Il ritorno di Joe===
La descrizione di [[Lotte Eisner]]:
{{q|Scampato al pericolo, ai fratelli che vogliono abbracciarlo Joe dice freddamente: "Tirate le tende." E' un uomo tornato dall'al di là. Ha gli occhi febbrili, la barba lunga e un fianco dolorante per le scottature. Vediamo solo la sua sagoma - non permette al fratello di accendere la luce anche quando le tendine sono abbassate - e la pesante oscurità, le ombre minacciose ricordano il periodo tedesco di Lang. Questa è la scena chiave del film.
==Temi==
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"Tu sei proprio come sono io, piccolo e solo" dice Joe alla cagnetta che lo segue dopo che lui ha accompagnato Katherine alla stazione.
===L'errore giudiziario===
Joe, onesto cittadino che paga le tasse e rispetta le leggi, del tutto ignaro, è impigliato come una mosca nella ragnatela della giustizia. Si accumulano contro di lui una serie di indizi (la cagna randagia, le noccioline, la banconota, l'aver dormito all'addiaccio, l'andatura sostenuta della sua automobile), e di assurde coincidenze
===Intolleranza e violenza della folla===
*irrazionalità e pregiudizi nella mentalità popolare
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Nell'ufficio del Governatore entra in scena la politica. Il senatore non vuole che si mandi l'esercito perché questo potrebbe costargli il successo alle elezioni imminenti.
===Il potere occulto dei media===
* la stampa: Lang inquadra spesso in primo piano pagine di giornali, i titoli degli articoli sostituiscono il dialogo e informano la spettatore, ad esempio vediamo il titolo dell'articolo sul rapimento della bambina letto da Joe
* la radio: il processo viene seguito alla radio in luoghi molto diversi, nel salotto di casa, all'interno di un ufficio, nella camera da letto di un uomo e unna donna, nella stanza di Joe.
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