Michele Fassio: differenze tra le versioni

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Già dopo la [[Ordine del giorno Grandi|caduta di Mussolini]] avvenuta il 25 luglio 1943 nel corso dell'estate Fassio aveva incominciato ad incontrarsi clandestinamente con altri fascisti nei locali della [[Gioventù italiana del littorio|ex GIL]]<ref>{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 18}}</ref>. Il 18 settembre, subito dopo la notizia dell'avvenuta [[Operazione Quercia|liberazione di Mussolini]] Fassio salì a bordo di un camion e attraversando Torino invitò la popolazione alla riscossa<ref>{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 27}}</ref>.
 
NelL'11 gennaio 1944, conFassio laentrò militarizzazionea far parte del primo direttorio provinciale del [[Partito Fascista Repubblicano]]<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 146}}</ref>. Con la militarizzazione del Partito entrò a far parte della [[Brigata Nera]] "[[Ather Capelli]]"<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 428}}</ref>. Il 10 luglio 1944 mentre si recava al funerale di un milite morto in un incidente insieme ad una squadra delle BN il suo mezzo fu attaccato dai partigiani. Nello scontro caddero due partigiani mentre i fascisti registrarono due feriti uno dei quali fu proprio Fassio<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 231}}</ref>.
 
Il 2 dicembre 1944, per decisione del federale del [[PFR]] [[Giuseppe Solaro]], fu nominato podestà di Torino al posto di [[Matteo Bonino]] e rimase in carica fino alla [[caduta della Repubblica Sociale Italiana]], il 26 aprile [[1945]]. La nomina avvenne a sua insaputa e gli fu comunicata da una mascotte della [[Brigata Nera]] torinese che lo aveva incontrato presso la [[caserma Cernaia]]<ref>{{cita|Fabrizio Vincenti|p. 221}}</ref>. La nomina di podestà tratti dall'ambito sindacale e operaista seguiva l'indirizzo impresso dal governo della RSI e portò a breve alla nomina anche di altri operai alla guida di altri capoluoghi di provincia<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 268}}</ref> e alla svolta rappresentata dalla [[Socializzazione dell'economia]]<ref>{{cita|Nicola Adduci|p. 268}}</ref>.