Galata morente: differenze tra le versioni

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L'opera fu commissionata da [[Attalo I]] di [[Pergamo]] per celebrare la sua vittoria contro i [[Galati]]. Non si conosce esattamente l'identità dell'artista che realizzò l'opera: si ritiene si tratti di [[Epigono]], lo scultore di corte della dinastia dei sovrani di Pergamo.
 
Fu una delle opere scultoree dell'antichità più note e, per questo motivo, fu spesso ripreso da molti artisti di epoche successive. La versione capitolina venne scoperta all'inizio del [[XVII secolo]], durante gli scavi di [[Villa Ludovisi]]. La prima testimonianza del ritrovamento risale al [[1623]], quando l'opera venne registrata quale parte della collezione della potente [[Ludovisi (famiglia)|famiglia romana]]. La capacità dell'artista e il [[pathos]] della scultura suscitarono una grande ammirazione tra gli amanti dell'arte del XVII e del [[XVIII secolo]], tant'è che molti tra re e ricchi proprietari terrieri ne commissionarono una copia. Fu proprio durante quest'epoca che alcuni, fraintendendo il tema dell'opera, ritennero si trattasse di un [[gladiatore]] morente, il che diede vita a tutta una serie di denominazioni non corrette (tra le quali il ''Gladiatore morente'', il ''Gladiatore ferito'', il ''[[Mirmillone]] morente'').
 
Durante la [[Napoleone Bonaparte#La campagna d'Italia|campagna napoleonica in Italia]], nel [[1797]], fu portata a [[Parigi]] per volontà del generale [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. La statua ritornò poi a [[Roma]] nel [[1815]] e fu da quel momento esposta presso i [[Musei Capitolini]], dove è a tutt'oggi conservata.