Fontana delle 99 cannelle: differenze tra le versioni

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La '''fontana delle 99 cannelle''', detta anche ''della Rivera'', è un monumento storico dell'[[L'Aquila|Aquila]].
 
Situata nella zona della ''Rivera'', una delle più antiche del centro storico, a ridosso del fiume [[Aterno]], la [[fontana]] è costituita da novantatré [[mascherone|mascheroni]] in pietra e sei cannelle singole, dalla maggior parte dei quali sgorga l'[[acqua]]. Secondo la tradizione, le cannelle rappresenterebbero i novantanove castelli che, nel [[XIII secolo]], parteciparono alla [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione ede ascesa della città|fondazione dell'Aquila]]<ref> In realtà la fontana è stata quasi certamente realizzata per strati ed i mascheroni originari erano in numero compreso tra 40 e 60; è lecito quindi pensare che la leggenda del numero dei castelli derivi dal numero di mascheroni della fontana piuttosto che il contrario. Anche il numero di mascheroni attualmente presenti è, tuttavia, oggetto di discussione</ref>.
 
== Storia ==
La storia della fontana, comunemente considerata uno dei primi monumenti civici dell'[[L'Aquila|Aquila]] e un'esaltazione della sua origine autonoma<ref name=Clementi>{{Cita|Clementi, Piroddi||Clementi, 1986}}, pag.44</ref>, non è di semplice interpretazione. Essa fu probabilmente eretta su progetto dell'architetto Tancredi da Pentima nel [[1272]]<ref name=AbruzzoCultura>{{cita web|autore=Abruzzo Cultura|url=http://cultura.regione.abruzzo.it/index.asp?modello=fontanaAQ&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuFont2298&tom=298|titolo=Fontana delle 99 cannelle|accesso=08-12-10}}</ref>, a pochi anni dalla seconda [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione ede ascesa della città|fondazione della città]], come testimoniato dalla [[lapide]] sita sulla parete di fronte al cancello d'ingresso che si conclude nel seguente modo<ref>L'iscrizione completa della [[lapide]] recita testualmente: <small>URBS NOVA - FONTE NOVO VETERI QUOQUE FLUMINE GAUDENT HOC OPUS EGREGIUM QUI CERNIT AD OMNIA LAUDENT NON MIRERIS OPUS OPERIS MIRARE PATRONOS QUOS LABOR ET PROBITAS AQUILAE FACIT ESSE COLONOS GENTE FLORENTINUS ALETA PROBUS LUCHESINUS FONTIS OPUS CLARIS FECIT AEDIFICARI REGIUS HIC RECTOR AQUILAM DOTAVIT HONORE HAEC NIMIS ACCREVIT EIUS FACIENTE FAVORE ANNO DOMINI MCCLXXII MAGISTER TANCREDUS DE PENTOMA DE VALVA FECIT HOC OPUS</small></ref>:
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ANNO DOMINI MCCLXXII <br />MAGISTER TANCREDUS DE PENTOMA DE VALVA FECIT HOC OPUS
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[[File:L'Aquila 2011 by-RaBoe-030.jpg|thumb|upright=1.3|Particolare della fontana]]
Secondo la tradizione, la funzione dei mascheroni è quella di rappresentare allegoricamente i signori dei novantanove castelli che contribuirono alla [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione ede ascesa della città|fondazione dell'Aquila]] nel [[XIII secolo]]. La città sarebbe infatti costituita di novantanove piazze, novantanove chiese e novantanove fontane, ciascuna riferita al castello di riferimento, e la fontana della Rivera testimonierebbe tale operazione; in realtà il numero dei locali su cui fu fondata [[L'Aquila]] è leggermente minore di novantanove, e anche il numero di mascheroni dai quali sgorga l'acqua è attualmente di novantatré. Difatti, altre sei cannelle, di dimensioni minori e senza alcuna funzione pratica, sono poste poco sotto il parapetto del lato destro, probabilmente per alimentare la leggenda del numero [[99 (numero)|novantanove]]<ref name="FAI"/>. Tra tutti, di particolare interesse è quello posta sull'angolo destro raffigurante un uomo con la testa di pesce che farebbe riferimento a una favola medievale nota come [[leggenda di Colapesce]] e, di conseguenza, permette di ricollegarla al nome di [[Federico II di Svevia]], a cui si vorrebbe legata la [[Storia dell'Aquila#Fondazione, ricostruzione ede ascesa della città|fondazione della città]]<ref name=Marcantonio/> (in realtà, la fondazione della città si deve a suo figlio, l'[[Sacro romano imperatore|imperatore]] [[Corrado IV]], e risale agli anni dal 1254 al 1266, quando Federico II era già morto<ref name="Fridericiana">Alessandro Clementi, [http://www.treccani.it/Portale/elements/categoriesItems.jsp?pathFile=/sites/default/BancaDati/Federiciana/VOL02/FEDERICIANA_VOL02_000327.xml {{Maiuscoletto|L'Aquila}}], ''[[Enciclopedia Federiciana]]'', Vol. II, [[Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani]]</ref>).
 
Un altro mistero legato all'opera riguarda la [[sorgente]] di alimentazione, tenuta volontariamente segreta per evitare che un castello piuttosto che un altro ne rivendicasse la paternità, tanto da spingere a giustiziare il progettista affinché non la rivelasse a nessuno; secondo la leggenda le spoglie di Tancredi da Pentima sono tuttora poste al di sotto della pavimentazione della fontana<ref name="FAI"/>. La sorgente della fontana è con ogni probabilità posta nelle vicinanze della chiesa di Santa Chiara, sul lato nord-orientale della zona della ''Rivera''.