Criselefantino: differenze tra le versioni

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Esso si riferisce infatti ad una [[tecnica]] adoperata nella [[Grecia|Grecia antica]], che consisteva nel ricoprire con un sottile strato di avorio una struttura di sostegno che rimaneva invisibile: si utilizzava l'avorio per il volto, le braccia, le gambe di una statua, mentre il panneggio delle vesti e i capelli venivano realizzati con l'oro.
 
Lo scultore più famoso per la realizzazione di statue criselefantine nell'antichità fu il greco [[Fidia]], di cui si ricordano la [[statua di Zeus a Olimpia]] e quella di [[Atena Parthenos]] nel [[Partenone (Atene)|Partenone]].
 
Anche lo scultore [[Policleto]] realizzò statue con questa tecnica: di lui si sa che fece una statua di [[Era (mitologia)|Era]] ad [[Argo (città)|Argo]].
 
Riconducibili a questa tecnica, in età romana, furono le statue colossali con testa e parti nude del corpo in [[marmo]] bianco, mentre le vesti erano realizzate in altri materiali retti da strutture di sostegno. Ne è un esempio la [[statua colossale di Costantino I]] di cui si conservano la testa, una mano e un piede nel cortile del [[palazzo dei Conservatori]] a [[Roma]].
 
Sempre in età romana non furono rare le statue realizzate in blocchi di marmo colorato per le vesti, la cui testa e gli arti erano scolpiti in marmo bianco.