Paradiso - Canto sedicesimo: differenze tra le versioni

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A quel tempo, prosegue Cacciaguida, la cittadinanza era ancora "pura" (v.51) fino al più umile artigiano, mentre ora si è mescolata con gente proveniente dal contado ("di [[Campi Bisenzio|Campi]], di [[Certaldo]] e di [[Figline|Fegghine]]"). Esprime con parole dure il disprezzo per i "villani" che pensano solo ad arricchire.<br />
Se la Curia papale non fosse stata ostile all'Impero, i nuovi fiorentini, invece di dedicarsi alla finanza e alla mercatura, si sarebbero limitati a umili mestieri nei paesi di cui erano originari. La "confusion de le persone" è indicata come "principio del mal de la cittade". La distruzione di [[Luni]] e [[Urbisaglia|Orbisaglia]] e la decadenza di [[Chiusi]] e [[Senigallia|Sinigaglia]] sono indicate come prova della inevitabile fine di tutte le realtà umane: come le città, anche le stirpi e le famiglie.<br />
Ha inizio qui un lungo elenco di nomi delle famiglie illustri conosciute da Cacciaguida (vv.88-111), che ostentavano potenza ma erano già avviate sulla strada del declino. La rievocazione continua con perifrasi e metafore che alludono ad altre famiglie ancora, emblemi di una città che ora non esiste più, e culmina con il richiamo alle due casate, ([[Amidei]] e [[Buondelmonti]]), dal cui conflitto derivò la scissione e la lotta fra [[Ghibellini]] e [[Guelfi]]. Ma Cacciaguida ha conosciuto Firenze prima di quei fatti sanguinosi, quando la bandiera cittadina era ancora intatta come segno di onore e giustizia.
 
[[File:Stemma Amidei Basilica di Santa Maria Novella.JPG|200px|Lo stemma degli Amidei nella [[Basilica di Santa Maria Novella]].]]