Nautiloidea: differenze tra le versioni
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==== Forme estinte ====
Alcuni dati ecologici, come i limiti di distribuzione areale e verticale e la tipologia di nutrizione, pur con estrema cautela e in termini generali, possono essere estrapolati alle forme estinte. Altri elementi possono essere ipotizzati ragionevolmente dai caratteri morfologici della conchiglia, anche se più facilmente per le forme simili alle attuali, con conchiglia planispirale. Ulteriori informazioni possono essere ricavate dall'associazione faunistica fossile e dal tipo di sedimento in cui queste forme vengono rinvenute, tenendo tuttavia presente che la conchiglia poteva subire per un certo periodo dopo la morte dell’animale un trasporto passivo grazie ai gas contenuti nel fragmocono, ed essere quindi rinvenuta in posizione [[
[[File:Lituites.jpg|thumb|upright=1.4|Fragmocono di Lituites sp., dalla Cina (provincia di Hunan)]]
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La strategia riproduttiva delle forme estinte pone problemi di non facile soluzione, per ovvi motivi. Come già ricordato, nei nautiloidi attuali gli individui giovanili nascono dalle uova con la maggior parte dei caratteri degli adulti (esclusa la capacità riproduttiva). Tuttavia la presenza di una conchiglia protettiva per il primo stadio di sviluppo dell'embrione (la ''protoconca'') fa pensare che in qualche punto all'inizio della storia evolutiva di questo gruppo o delle sue forme ancestrali l'[[ontogenesi]] avvenisse con uno stadio larvale libero, come ad esempio per gli attuali monoplacofori. Non vi sono però, allo stato attuale delle conoscenze, delle evidenze sicure che nelle forme fossili di ''Nautiloidea'' conosciute le condizioni alla nascita e le modalità di sviluppo [[ontogenesi|ontogenetico]] nelle fasi giovanili fossero molto diverse rispetto alle forme attuali. Anzi, studi<ref>Crick (1990).</ref> sulla distribuzione faunistica dei nautiloidi nel Paleozoico inferiore (Cambriano-Devoniano) indicano un forte provincialismo, con scarsa somiglianza tra le faune rinvenute in depositi pertinenti a masse continentali allora separate. Questo provincialismo è messo in relazione con le limitazioni batimetriche dovute ai limiti meccanici della conchiglia dei nautiloidi e all’assenza di uno stadio para-larvale planctonico capace di dispersione oceanica. Ciò indicherebbe una strategia [[riproduzione|riproduttiva]] simile a quella delle forme attuali, con esemplari giovanili simili agli adulti e soggetti alle stesse limitazioni ambientali<ref>Per meglio comprendere l’influenza della strategia riproduttiva nella distribuzione di una specie cefalopode nectonica, si veda ad esempio la distribuzione di ''[[Spirula spirula]]'', forma attuale dotata di conchiglia concamerata, con abitudini di vita in parte simili a Nautilus ma caratterizzato da uno stadio para-larvale con numero elevato di esemplari neanici per ogni generazione.</ref>.
In alcuni casi, però, è documentata la presenza nei sedimenti di accumuli oligotipici<ref>Composti cioè da una o pochissime specie.</ref>, apparentemente poco affetti da fenomeni di trasporto post-mortem, di conchiglie appartenenti a forme giovanili di nautiloidi, che sono stati interpretati<ref>Soja et al. (1996)</ref> come il risultato di eventi di mortalità di massa subito dopo la schiusa. Questo contrasta con l’idea di una riproduzione lenta, con individui neanici in numero limitato, come quella dei nautiloidi attuali, e potrebbe indicare una strategia riproduttiva in qualche caso più simile a quella dei cefalopodi [[Coleoidea|coleoidei]] moderni (almeno per quanto riguarda il numero degli individui giovanili). La maggior parte degli accumuli di nautiloidi paleozoici, tuttavia, non sembra supportare questa interpretazione: si tratta infatti prevalentemente di accumuli [[
Anche se non si può parlare di un vero e proprio stadio para-larvale, in diversi casi si ha per l'adulto una diversa morfologia della conchiglia rispetto alle forme giovanili. Talora la trasformazione dei caratteri avveniva attraverso una fase intermedia, definita stadio ''efebico''.
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