Il ritorno d'Ulisse in patria: differenze tra le versioni

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==Trama==
[[Ulisse]] dopo aver passato dieci anni a vagare per il [[Mar Mediterraneo]] a causa delle avversità del dio [[Poseidone]], torna finalmente in patria nell'isola di [[Itaca]] dove egli è il re assieme alla sposa [[Penelope (mitologia)|Penelope]]. Costei lo sta aspettando da oltre vent'anni, visto che l'eroe ne aveva passati altri dieci a combattere nella famosa [[guerra di Troia]]. Ulisse crede finalmente di poter ottenere i meriti dovuti, dopo essere stato a combattere contro maghe, mostri e popoli rozzi e cannibali quali i [[Lestrigoni]], il ciclope [[Polifemo]] e la strega [[Circe]]; tuttavia nessuno lo accoglie nella spiaggia, dove egli è appena naufragato. La dea [[Atena]] allora, sua protettrice, decide di renderlo simile a un mendicante per non farsi subito riconoscere dal suo popolo. Infatti la cittadinanza potrebbe essere cambiata e corrotta irreversibilmente dalla lunga permanenza dei [[Proci]], i crudeli pretendenti di giovane età che occupano abusivamente e con grande maleducazione la reggia di Penelope, costringendola a sposare per forza uno di loro affinché possa rubarle la dote. Infatti ormai tutti credono che Ulisse sia morto, dato che di lui non si hanno notizie da molto tempo, mentre gli altri compagni di guerra avevano fatto tutti ritorno a casa.<br>Nascondendosi nella capanna di [[Eumeo]], il fido guardiano di porci dell'eroe, Ulisse trova fiducia in lui che lo riconosce subito e lo aiuta a progettare la sua vendetta contro i Proci. Qualche giorno dopo Ulisse si presenta anche al figlio [[Telemaco]] (che lo aveva cercato per tanto tempo, rischiando di essere anche ucciso) e con lui architetta alla perfezione il piano: il ragazzo avrebbe dovuto sostenere l'eroe nel momento in cui avrebbe iniziato ad attaccare nel palazzo i suoi nemici. Telemaco ascolta tutto attentamente e promette di fare una sorpresa alla madre, non dicendole nulla. Infatti non avrebbe potuto proprio perché così il ragazzo avrebbe aumentato il rischio per Ulisse di venire improvvisamente ucciso a tradimento da uno dei Proci.<br>Presentatosi sempre in abiti miserandi alla sua corte, Ulisse è costretto a sopportare le cattiverie di quegli uomini, che non hanno il minimo rispetto per le leggi e tanto meno per la gente più sfortunata. Malmenato e picchiato anche, Ulisse accetta tutto, aspettando con ansia il giorno in cui avrebbe trucidato senza pietà tutti i suoi nemici. Arrivato quel momento: esattamente l'occasione in cui Penelope offriva la mano a chi avrebbe vinto una gara con l'arco, Ulisse si offre volontario. Infatti la gara prevedeva di colpire un bersaglio molto lontano e l'arma da usare sarebbe stata proprio l'arco di Ulisse, che ricevette in dono dagli dei anni addietro. L'arma, provvista di un robusto nervo di bue, è impossibile da maneggiare se non dal proprietario, così i Proci, infuriati al massimo per il loro fallimento, sono costretti ad accettare la richiesta di Ulisse. Costui subito si rivela dopo aver vinto la gara e prende ad uccidere tutti i Proci, sostenuto dall'intervento di [[Telemaco]] e della dea [[Atena]]. Terminata l'[[ecatombe]], Ulisse si riconcilia con Penelope che dapprima si ostina a non riconoscerlo, ma che poi abbraccia commossa quando l'eroe le dichiara il segreto del loro letto nuziale, intagliato in un tronco di [[quercia]].
 
==Personaggi==