Canonici regolari della Congregazione del Santissimo Salvatore lateranense: differenze tra le versioni

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Nel [[1431]] venne eletto [[papa Eugenio IV]], già canonico regolare della congregazione [[venezia]]na di [[Canonici Regolari di San Giorgio in Alga|San Giorgio in Alga]]: il pontefice restituì la cura della basilica lateranense al clero regolare e nel [[1438]] chiamò i canonici della congregazione di Santa Maria di Fregionaia, che venne rinominata e intitolata al Santissimo Salvatore lateranense ([[bolla pontificia|bolla]] del 10 gennaio [[1445]]).<ref name="dip1"/>
 
I canonici vennero allontanati dalla basilica lateranense nel [[1455]], sotto [[papa Niccolò V]], vennero richiamati nel [[1464]] da [[papa Paolo II]] e nuovamente allontanati nel [[1471]]. [[Papa Sisto IV]], comunque, confermò tutti i titoli e i privilegi acquisiti dalla congregazione e nel [[1483]] le concesse la chiesa di [[Chiesa di Santa Maria della Pace (Roma)|chiesa di Santa Maria della Pace]], che rimase sede della procura generale dell'ordine fino alle soppressioni dell'[[età napoleonica]].<ref name="dip2">C. Egger, DIP, vol. II ([[1975]]), col. 105.</ref>
 
Intanto molte prestigiose comunità canonicali si erano unite alla congregazione del Santissimo Salvatore lateranense: i canonici di Santa Croce di [[Mortara]] ([[1449]]), quelli di [[chiesa di Santa Maria di Piedigrotta a Napoli |Santa Maria di Piedigrotta]] ([[1453]]), quelli di [[Basilica di Sant'Andrea (Vercelli)|Sant'Andrea]] a [[Vercelli]] ([[1472]]), quelli di San Frediano di Lucca ([[1517]]). [[Papa Gregorio XII]] abolì anche l'obbligo della stabilità per i canonici che, potendo trasferirsi facilmente, contribuirono a un'ulteriore diffusione della riforma.<ref name="dip2"/>
 
Dopo il grande sviluppo del [[XVI secolo]], nel [[XVII secolo]] la congregazione conobbe una fase di declino (pur continuando a contare oltre 60 case e 1300 membri), che nel [[XVIII secolo]] divenne crisi: verso la metà del secolo i governi di [[Toscana]], [[Veneto]] e [[Piemonte]] ottennero dai pontefici dei [[breve apostolico|brevi]] di soppressione per la case dell'ordine presenti nel loro territorio e ne incamerarono i beni; tutte le altre scomparvero sotto [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]]. Solo la comunità di Santa Maria di Piedigrotta a [[Napoli]] sopravvisse.<ref name="dip3">C. Egger, DIP, vol. II ([[1975]]), col. 106.</ref>