Emanuele Macario: differenze tra le versioni

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Nel [[1522]] il Macario fu protagonista di una complessa controversia che lo vide contrapporsi al priore della confraternita di Andagna riguardo al pagamento di una tavola, andata perduta, raffigurante lo [[Spirito Santo]] e destinata alla sede della congregazione. Nell'ambito di questa disputa, Bernardo Gastaldi, titolare della parrocchia di Triora, in qualità di arbitro condannò il sodalizio di Andagna al pagamento di 75 lire nonché delle spese affrontate dall'artista “depingendo dictam figuram sanct. spirit. cum suis ornamentis”.
 
Il 19 agosto del [[1530]] l’artista accettò di realizzare per Cristoforo Curlo una pala raffigurante il Crocefisso e [[San Luigi IX di Francia|san Luigi]], opera destinata alla cappella posseduta dal mecenate nella collegiata di Taggia e per la quale, secondo le indicazioni fornite dal committente, doveva essere preso a modello il polittico con il [[Battesimo di Cristo]] di [[Ludovico Brea]] conservato nel convento di San Domenico.
 
Nel [[1540]] dipinge il polittico con [[Santa Maria Maddalena]] e Santi per l’oratorio omonimo di [[Molini di Triora]] ed attualmente nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo. Cinque anni dopo Macario promise ai massari del santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta presso [[Montalto Ligure]] di dipingere una tavola con la Madonna e il Bambino datata [[1546]], oggi nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.