Mostro di Firenze: differenze tra le versioni

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È sempre stata usata la stessa arma da fuoco, identificata in un modello di [[pistola]] [[Beretta]] appartenente alla [[Beretta Serie 70|serie 70]] (viene ormai dato per certo che si tratti del modello 74 o 76 da dieci colpi), calibro [[.22 Long Rifle]], in commercio dal 1959, probabilmente un modello con canna lunga, sviluppata come propedeutica alla disciplina sportiva del [[tiro a segno]], caricata con munizioni [[Winchester Repeating Arms Company|Winchester]] marcate con la lettera "H" sul fondello del bossolo (provenienti da almeno due scatole da 50 cartucce ciascuna), con palla in [[piombo]] nudo e con palla in piombo ramato galvanicamente.
 
Generalmente, soprattutto nei delitti esplicitamente maniacali, il serial killer sparava preferibilmente prima alla vittima maschile e poi alla donna. La vittima femminile, quando subiva le escissioni o veniva martoriata con l'arma da taglio, veniva trascinata, spostata, allontanata dall'auto e dal partner. {{citazione necessaria|Modus operandi quello della separazione uomo-donna che, oltre a motivi pratici, può avere anche un'interpretazione psicologica e psicopatologica.}} Spesso le vittime, sia maschili che femminili, subivano pure ferite d'arma bianca inferte post-mortem, {{citazione necessaria|anch'esse interpretabili sia da un punto di visto pratico (assicurarsi il decesso della vittima) che psicopatologico.}}
 
In quattro degli otto duplici omicidi, l'assassino ha asportato il [[pube (regione anatomica)|pube]] delle donne uccise, servendosi di un'[[arma bianca]] che, {{citazione necessaria|secondo gli inquirenti dovrebbe essere un coltello da sub o una [[Resolza|Pattadese]].}} Negli ultimi due casi venne asportato anche il [[Seno (anatomia)|seno]] sinistro delle vittime femminili. I luoghi dei delitti ([[Signa]], [[Borgo San Lorenzo]], [[Scandicci]], [[Calenzano]], [[Montespertoli|Baccaiano]], [[Scandicci#Architetture religiose|Giogoli]], [[Vicchio]], [[San Casciano in Val di Pesa|Scopeti]]) erano per lo più isolate stradine di campagna sterrate o piazzole nascoste frequentate da coppie in cerca di intimità e da guardoni. Ciò ha portato a pensare che l'assassino fosse una persona che conosceva piuttosto bene i territori dei luoghi dei delitti e che, in alcuni casi, pedinasse le vittime prima di ucciderle.<ref name="rai.tv"/>.
Il profilo più comune del killer, che emerge dalle prime indagini, ipotizza il mostro come un uomo destrimane della zona, iposessuale, feticista, d'intelligenza media o superiore alla media, alto circa 1,80&nbsp;m.
Queste caratteristiche psicologiche si evincono dalla perizia De Fazio e dal profilo dell'[[Federal Bureau of Investigation|FBI]] di Quantico, anche se occorre ricordare che gli studi delle modalità dei delitti, al momento, non garantiscono certezze scientifiche sull'identità del killer, ma solo delle tracce di [[profilazione criminale|profiling]] che, come tali, sono più o meno condivisibili.<ref>{{Cita news|autore=Marco Preve|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/04/27/criminal-profiling-un-grande-bluff.html|titolo=Criminal profiling: 'Un grande bluff'|pubblicazione=[[la Repubblica]]|data=27 aprile 2014|accesso=6 maggio 2014}}</ref>