Enrico II d'Inghilterra: differenze tra le versioni

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| immagine =King Henry II from NPG.jpg
| legenda = Ritratto immaginario del re risalente al [[1620]].
| regno =25 ottobre [[1154]] -<br/ />6 luglio [[1189]]
| incoronazione =19 dicembre [[1154]]
| stemma = Royal Arms of England (1154-1189).svg
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Fu il primo re della dinastia plantageneta (o angioina) ed ebbe diversi soprannomi.<ref>Tra i suoi soprannomi vi erano: ''FitzEmpress'' (si veda [[Norman Davies]], ''Isole. Storia dell'Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell'Irlanda'', [[Bruno Mondadori]], 2007, p. 266) e "Cortomantello" (in francese "Courtmanteau", per gli abiti e mantelli corti che usualmente indossava: si veda Norman Davies, ''Isole. Storia dell'Inghilterra, della Scozia, del Galles e dell'Irlanda'', 2007, p. 273) {{citazione necessaria|"Leone di giustizia"}}, che era anche il soprannome del nonno [[Enrico I d'Inghilterra|Enrico I]]</ref>
 
Era figlio di [[Goffredo V d'Angiò|Goffredo il Bello o Plantageneto]], [[Angiò|conte di Angiò]] e del [[Maine (provincia)|Maine]] e futuro [[duca di Normandia]], e dell'erede al trono d'Inghilterra e al ducato di Normandia, [[Matilde d'Inghilterra (1102-1167)|Matilde d'Inghilterra]]<ref>[[Matilde d'Inghilterra (1102-1167)|Matilde d'Inghilterra]], detta "l'imperatrice Matilde" era figlia primogenita del [[Elenco di monarchi britannici|re d'Inghilterra]] e [[Ducato di Normandia#Il Ducato di Normandia|duca di Normandia]], [[Enrico I d'Inghilterra|Enrico I]] e di sua moglie [[Matilde di Scozia]], figlia del [[re di [[Scozia]] [[Malcolm III di Scozia|Malcolm III]] e di [[Santa Margherita di Scozia|Margherita]], discendente del [[Wessex (famiglia)|casato dei Wessex]].</ref>
In seguito al discusso regno di [[Stefano I d'Inghilterra|re Stefano]], il regno di Enrico vide un efficiente consolidamento e su di lui si è consolidato il positivo giudizio degli storici. "Uomo fiero, energico, instancabile, [Enrico fu] un [[intellettuale]] che seppe utilizzare la cultura europea del suo tempo e le dottrine giuridiche nate nelle [[Università nel Medioevo|Università italiane]] per dare al suo regno un sistema giudiziario e amministrativo molto avanzato ai suoi giorni e che costituì la base per le riforme costituzionali d'avanguardia che seguirono dopo la sua morte nel 1189"<ref name="G. Musca, 37"/>. Proprio lui, "di nascita e di [[lingua francese]]"<ref name="G. Musca, 37"/>, è "da considerare uno dei più grandi [[Re d'Inghilterra|re inglesi]]"<ref name="G. Musca, 37">[[Giosuè Musca]], ''La nascita del parlamento dell'Inghilterra medievale'', [[Edizioni Dedalo]], 1994, p. 37</ref>.
[[File:Map France 1180-fr.svg|thumb|upright=1.4|I possedimenti francesi di Enrico II.]]
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Infine, nel [[1177]], poco prima che il re di Francia, Luigi VII, morisse, Enrico II, oltre che discutere delle loro controversie sul [[Vexin]], il [[Berry (regione)|Berry]] e l'[[Alvernia]], propose al re di Francia di partire assieme per la [[Terra Santa]], per portare aiuto al regno di [[Gerusalemme]] che si trovava in difficoltà. E quando, nel [[1185]], gli fu offerto il regno da salvare dall'imminente caduta, Enrico declinò l'invito perché i problemi di Inghilterra, Normandia, Angiò e Aquitania, per lui, erano più urgenti e assolse il suo impegno con la crociate facendo costruire delle chiese.
 
Durante il suo regno Enrico II divenne<ref>Nel [[1156]], alla morte del fratello, il conte di [[Nantes]], [[Goffredo VI d'Angiò]], annesse all'Angiò la contea di Nantes e pochi anni dopo estese il suo protettorato anche al [[Sovrani di Bretagna|ducato di Bretagna]].</ref> effettivamente più potente del [[re di Francia]], con un impero (''l'[[Impero angioino]]'') che si allungava dal [[Solway Firth]] fino al [[mare Mediterraneo]] e dal [[Somme (fiume)|Somme]] ai [[Pirenei]]. Come re d'Inghilterra, oltre al [[Galles]]<ref>Enrico II fece una sola spedizione in [[Galles]], nel [[1165]], poi si limitò a rinforzare i castelli di confine ed ebbe la fedeltà dei principi gallesi.</ref> e alla [[Scozia]]<ref>Nel [[1153]], il re [[Malcolm IV di Scozia]], subentrato a [[Davide I di Scozia]], rese omaggio a Enrico II.</ref> estese il suo protettorato all'[[Irlanda]]. Mantenne buoni rapporti, oltre che con [[Guglielmo II di Sicilia]], sovrano di origine normanna, con l'[[Impero bizantino|imperatore di Bisanzio]], [[Manuele I di Bisanzio|Manuele I Comneno]].
 
=== Riforme civili e finanziarie ===
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Come conseguenza dei miglioramenti nel sistema legale, sfociato nell'[[Assise di Clarendon]], il potere delle corti ecclesiastiche svanì. La chiesa si oppose a ciò, e trovò il suo portavoce più veemente in [[Tommaso Becket]], l'[[Arcivescovo di Canterbury]], precedentemente stretto amico di Enrico e suo Cancelliere, sino al [[1162]], avendo più potere<ref>[[Tommaso Becket]], divenuto cancelliere di Enrico II, subito dopo l'incoronazione, era la persona più vicina al re e, custode del sigillo reale, era la persona di maggior fiducia {{citazione necessaria|(Pietro, abate di Troyes, in una lettera gli scrisse: «Chi non sa che voi siete secondo al re in quattro regni?»)}} che fu anche accusato di trascurare i suoi doveri di arcidiacono di Canterbury.</ref> di [[Richard de Luci]], detto ''il Leale'', [[Gran Giustiziere]] d'Inghilterra dal 1154 al 1179. Enrico aveva nominato Becket, pare riluttante, nel [[1162]] (il predecessore Teobaldo era morto, nell'aprile del [[1161]]), all'arcivescovado proprio perché voleva evitare conflitti.
 
Il conflitto iniziò per una disputa sul caso in cui una corte secolare avrebbe potuto processare un ecclesiastico che avesse commesso un reato. Enrico tentò di assoggettare Becket e gli altri prelati facendogli giurare di obbedire ai "costumi del reame", ma la controversia si sviluppò attorno a cosa costituisse tali costumi, e la chiesa, nel concilio di Westminster (ottobre [[1163]]) si mostrò riluttante a sottomettersi. Prima della fine di quell'anno, Enrico ottenne che diversi vescovi rivedessero le loro posizioni e, alla fine, intervenne<ref>[[Papa Alessandro III]] era riconoscente a Enrico II per averlo appoggiato apertamente nello scisma del [[1159]]; infatti, dopo il mancato incontro di [[Saint-Jean-de-Losne]] su un ponte del fiume [[Saona]], al confine tra Francia e Borgogna, tra lo stesso Alessandro e l'imperatore [[Federico Barbarossa]], nel [[1162]], sia il [[re di Francia]], [[Luigi VII di Francia|Luigi VII]] che Enrico II, a ''Coucy-sur-Loire'', avevano tributato ad Alessandro III il loro rispetto e lo dichiararono unico papa vero e legittimo.</ref> anche [[Papa Alessandro III]], a convincere lo stesso Becket, che promise il suo assenso alle consuetudini (le approvò con la riserva ''salvo ordine nostro et jure Ecclesiae''). Al concilio di Clarendon, vicino a [[Salisbury]], (gennaio [[1164]]), Becket approvò le consuetudini, ma quando dovette porre la firma sullo scritto che le codificava si rifiutò di firmarle, non condividendo alcuni dei 16 articoli delle ''Costituzioni di Clarendon''.
 
A seguito di un acceso scambio<ref>Il re Enrico II chiese conto a [[Tommaso Becket]] di alcune somme di denaro, al tempo in cui era cancelliere, chiedendone la condanna anche da parte dei vescovi, che si limitarono a chiedere al [[papa Alessandro III]] di deporlo per spergiuro (l'anno prima, non aveva sottoscritto il documento da lui approvato, a Clarendon).</ref> alla corte di Enrico, Becket lasciò l'Inghilterra per la Francia, il 2 novembre [[1164]], per sollecitare di persona l'appoggio di [[Papa Alessandro III]], che si trovava in esilio in Francia a causa di dissensi tra il collegio dei cardinali ed il re [[Luigi VII di Francia]]. A causa della sua posizione precaria, Alessandro rimase neutrale nel dibattito, anche se Becket rimase in esilio sotto la protezione di Luigi e di Papa Alessandro, che profuse molte energie nel sostenere Becket, campione dei privilegi clericali, fino al [[1170]]. Dopo una riconciliazione tra Enrico e Thomas, a [[Fréteval]] in Normandia, il 22 luglio [[1170]], Becket fece ritorno in Inghilterra, il 1º dicembre di quell'anno. Becket si confrontò di nuovo con Enrico, questa volta circa l'incoronazione di Enrico il Giovane, fatta dal suo avversario, il vescovo di [[York]], Ruggero.
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La ribellione, che, agli occhi di Enrico, equivaleva al tradimento<ref>[[Gerald del Galles]] riporta che quando Re Enrico diede il bacio della pace a suo figlio Riccardo, gli disse dolcemente, "''Possa il Signore non permettermi di morire finché mi sarò preso la giusta vendetta su di te''."</ref>, venne domata, i tre figli gli resero omaggio ed Enrico il Giovane ricevette una rendita adeguata dal padre, ma dovette rinunciare a partecipare al governo sia del regno che dei feudi francesi, pur mantenendo i titoli. I due figli guerrieri, Riccardo e Goffredo, furono inviati nei loro feudi, rispettivamente in Aquitania e Bretagna, dove diedero prova della loro capacità di combattere e governare. Goffredo, nel [[1181]], sposò [[Costanza di Bretagna]], l'erede del ducato di Bretagna.
 
[[Enrico il giovane]] morì nel [[1183]]. [[Goffredo II di Bretagna|Goffredo]] morì calpestato da un cavallo (1158—1186). Il terzo figlio di Enrico, [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo cuor di leone]] (1157—1199), alleato di [[Filippo II di Francia|Filippo II Augusto]] di Francia, attaccò e sconfisse Enrico il 4 luglio [[1189]], a [[Ballans]]<ref>Nel corso dell'ultimo colloquio con [[Filippo II di Francia|Filippo II Augusto]] di Francia, quello stesso 4 luglio [[1189]], apprese che in testa alla lista delle persone che lo avevano tradito vi era il figlio, [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni Senza Terra]], che Enrico avrebbe voluto come suo successore al posto di [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo cuor di leone]].</ref>, in Aquitania; Enrico morì nel [[Chinon|castello di Chinon]] il 6 luglio, [[1189]] e oggi giace nell'[[Fontevraud-l'Abbaye|Abbazia di Fontevraud]], vicino [[Chinon]] e [[Saumur]] nella regione dell'Angiò. Il figlio illegittimo di Enrico, [[Goffredo (arcivescovo di York)|Goffredo]], restò con lui tutto il tempo e fu l'unico figlio ad essere presente alla morte di Enrico.
 
[[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo Cuor di Leone]] diventò allora re d'Inghilterra, e, alla sua morte, gli succedette [[Giovanni d'Inghilterra|Giovanni]], il figlio più giovane di Enrico II, trascurando i reclami di [[Arturo I di Bretagna|Arturo]] ed Eleonora di Bretagna, figli di [[Goffredo II di Bretagna|Goffredo]], il quartogenito di Enrico II.
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Lo stemma reale di Enrico II è rosso con un leone rampante (sfondo rosso con un leone d'oro alzato sulle zampe posteriori).
 
== Ascendenza ==
{| class="wikitable"
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| width="30%" align="center" rowspan="1"|Predecessore:<br />'''[[Elia II del Maine|Elia II]]'''
| width="40%" align="center" | '''[[Maine (provincia)|Conte del Maine]]'''<br />''con [[Goffredo VI d'Angiò|Goffredo II]] e poi<br />[[Enrico il Re Giovane|Enrico il Giovane]]''<br />1151–1189
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| width="30%" align="center" rowspan="2"| '''[[Luigi VII di Francia|Luigi]]''' e '''[[Eleonora d'Aquitania|Eleonora]]'''
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|immagine = Royal Standard of England.svg
|periodo = [[1154]] – [[1189]]
|precedente = [[Stefano I d'Inghilterra|Stefano ]]
|successivo = [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo I]]
}}
Riga 274:
|carica = [[Duchi d'Aquitania|Duca d'Aquitania]]
|immagine = Flag of Aquitaine.svg
|periodo = [[1152]] – [[1189]]<br />''con [[Eleonora d'Aquitania]]''
|precedente = [[Luigi VII di Francia]] e<br />[[Eleonora d'Aquitania]]
|successivo = [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo I]] e<br />[[Eleonora d'Aquitania]]
}}
{{Box successione
Riga 282:
|carica = [[Conte di Poitiers]]
|immagine = Blason ville fr Scorbé-Clairvaux (Vienne).svg
|periodo = [[1152]] – [[1189]]<br />''con [[Eleonora d'Aquitania]]''
|precedente = [[Luigi VII di Francia]] e<br />[[Eleonora d'Aquitania]]
|successivo = [[Riccardo I d'Inghilterra|Riccardo I]]
}}
Riga 314:
[[Categoria:Angiò]]
[[Categoria:Re d'Inghilterra]]
 
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