Siface: differenze tra le versioni

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La politica dei due Stati numidi all'epoca era molto condizionata dal rapporto con il potente vicino [[cartagine]]se. All'inizio del suo regno Siface era alleato con Cartagine, con cui invece il regno [[Massili]] (Numidia orientale) era in lotta. Col tempo, però, il re massilo [[Gaia (re)|Gaia]] si riavvicinò a Cartagine, e parallelamente Siface prese un atteggiamento sempre meno compiacente con quest'ultima, arrivando ad impadronirsi di alcune piazzeforti puniche sulla costa della Numidia. Durante la [[seconda guerra punica]], dapprincipio egli si schierò dalla parte dei [[Repubblica romana|Romani]],<ref>{{cita|Periochae|24.7}}.</ref> al contrario di Gaia e di suo figlio [[Massinissa]], alleati di [[Cartagine]].
 
===Alleanza con Roma contro Cartagine===
Nel [[213 a.C.]], dopo che i due Scipioni, [[Publio Cornelio Scipione (console 218 a.C.)|Publio]] e [[Gneo Cornelio Scipione Calvo|Gneo]], ora che la situazione volgeva a loro favore in Spagna, dopo che erano stati recuperati molti tra vecchi e nuovi alleati, estesero le loro speranze anche all'Africa. Il re di [[Numidia]], Siface, da amico si era trasformato in nemico dei Cartaginesi. Gli Scipioni inviarono a lui tre centurioni come ambasciatori con l'incarico di stringere con lui un'alleanza, invitandolo a continuare la sua guerra contro Cartagine e promettendogli importanti compensi.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 48.1-3}}.</ref> Le proposte romane furono accolte con benevolenza dal re e accortosi di quanto egli fosse ignorante nella disciplina militare, chiese ad uno dei tre centurioni, Quinto Statorio, di rimanere come istruttore per le sue truppe, come buono e fedele alleato. Egli sosteneva che i Numidi fossero abili come cavalieri ma scarsi come fanteria.<ref>{{cita|Livio|XXIV, 48.4-9}}.</ref>