Insorgenze antifrancesi in Italia: differenze tra le versioni

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===Piemonte===
{{vedi anche|Massa cristiana}}
Nel 1796 i napoleonici annessero il Piemonte alla Francia. Protagonista delle insorgenze piemontesi fu [[Branda de Lucioni]] (chiamato popolarmente “Brandaluccione”), capoindiscusso della «Massa cristiana», come furono definiti gli insorti piemontesi. Partito dalla Lombardia, entrò in Piemonte all'inizio di maggio 1799; quindi liberò Vercelli e Santhià. Il 13 cinse d'assedio Torino, favorendo così l'[[campagna italiana di Suvorov#La ritirata di Moreau e l'avanzata fino a Torino|avanzata delle truppe austro-russe]] guidate dal generale [[Aleksandr Vasil'evič Suvorov|Aleksandr Suvorov]]. Nello stesso mese insorsero le città a sud di Torino: Alessandria, Alba, Mondovì (i cui abitanti sollevarono il grido: ''Rimandiamoli nudi come vennero in Italia''<ref>{{cita|Viglione|p. 56|Viglione, 1998}}</ref>. La reazione francese fu spietata: a Piscina tutti i prigionieri catturati furono fucilati; a Mondovì gli abitanti maschi furono giustiziati e le donne violentate. La città fu saccheggiata. Non meglio andò ad Asti, dove si registrò uno degli episodi più abietti della reazione francese. Il comandante Flavigny, si rivelò per quello che era: uno dei criminali di guerra della Vandea<ref>{{cita|Viglione|p. 58|Viglione, 1998}}</ref>. Asti era stata liberata il 9 maggio dai controrivoluzionari, in prevalenza contadini, armati con fucili e forconi. Quando vi giunse Flavigny, il 15 maggio, la città era già tornata in mano ai francesi. Nonostante ciò, Flavigny volle dare una lezione memorabile agli abitanti: condannò a morte 86 abitanti, poi li fece portare in piazza d'armi. Qui diede l'ordine di scaricare il fuoco. I moribondi furono finiti sia con le sciabole sia con gli zoccoli dei cavalli.
 
Ciò non servì, per altro, ad arrestare l'insorgenza: anche il Piemonte occidentale alpino si sollevò. Il 17 la “massa cristiana” di Branda de Lucioni, che non mollava la presa su Torino, bloccò un tentativo di accerchiamento, sconfiggendo tre colonne francesi. Quando Suvorov arrivò, il 25 maggio, l'armata di Lucioni contava circa 6.000 uomini. Il giorno seguente Suvorov fece il suo ingresso in Torino accolto dall'entusiasmo della popolazione. Fu il generale russo a sciogliere ufficialmente la “massa cristiana”, dichiarando raggiunta la sua missione.